Foto tour Torri del Vajolet
GIORNO 1
CARTOLINE
Finalmente il tanto atteso primo trekking estivo dell'anno ha potuto essere effettuato... il primo dell'anno, inverno compreso. Il programma originale era troppo ambizioso, un'azzardo tanta era la voglia di presentare il Gruppo del Catinaccio nella sua veste selvaggia, fatta di crode, ghiaioni e forcelle. Scegliere giugno era stabilire un patto con la sorte, sperare in un'annata parca, forse davvero troppo, di neve.
Così non è stato e il Passo delle Cigolade rimaneva chiuso.
Ho optato quindi per un itinerario libero da impegni, tralasciando le funivie e partendo dal Passo di Costalunga a piedi, incamminandoci per essere protagonisti delle più belle cartoline della zona: Passo di Costalunga, Rifugio Roda di Vael, Rifugio Negritella al Ciampedie, Rifugio Gardeccia, Rifugio Preus e Vajolet e poi su, fino al Rifugio Re Alberto sotto le Torri del Vajolet.
Itinerario classico, rodato... si può anche considerarlo banale per averlo scelto... ma l'incanto non subisce usura, il Gruppo del Catinaccio non può essere mai banale e scontato.
Io lo conoscevo già, da molto tempo e l'avevo percorso molte molte volte... ma il fascino che ho provato non era molto differente dai miei compagni di avventura, almeno alcuni, che non l'avevano mai attraversato.
Rifugio Roda di Vael
Marmotta a passeggio nella grandine notturna
Rifugio Negritella al Ciampedie
Rifugio Gardeccia
Rifugio Preus al Vajolet
Rifugio Re Alberto I°
Rifugio Santer
Spesso ciò che è bello lo è per sua natura, non per la sua esclusività
GIORNO 2
IL RIENTRO
La nostra prima nottata dell'anno in montagna era trascorsa serenamente, la mente trascinata lontana da casa in questa "casa" che sono le cime, le Dolomiti come le Alpi: qui ci si dimentica da dove si è partiti e si vive il momento... lo stupore.
C'è comunque sempre stupore ammirato nelle nostre escurisoni, io e i miei amici così lo viviamo, anche quando torniamo in luoghi conosciuti, perchè è una passione che alle volte ci spinge, altre ci ferma per contemplare dove potremmo\vorremmo andare... un'altra volta, mi dico, perchè mai è addio e sempre... domani.
Le lingue di neve percorse al pomeriggio ci attendono per movimentare la discesa, mi aspettavo fossero dure, quasi ghiacciate ma non ci sono pericoli e il vallone del Vajolet lo raggiungiamo, qualche cuore più sollevato.
La via del rientro è stata tracciata il giorno prima, ripercorriamo i nostri passi: siamo diventati diversi?
Un altro sassolino è stato messo nelle nostre tasche, ma non ci sentiamo pesanti.
La nostra prima nottata dell'anno in montagna era trascorsa serenamente, la mente trascinata lontana da casa in questa "casa" che sono le cime, le Dolomiti come le Alpi: qui ci si dimentica da dove si è partiti e si vive il momento... lo stupore.
C'è comunque sempre stupore ammirato nelle nostre escurisoni, io e i miei amici così lo viviamo, anche quando torniamo in luoghi conosciuti, perchè è una passione che alle volte ci spinge, altre ci ferma per contemplare dove potremmo\vorremmo andare... un'altra volta, mi dico, perchè mai è addio e sempre... domani.
Le lingue di neve percorse al pomeriggio ci attendono per movimentare la discesa, mi aspettavo fossero dure, quasi ghiacciate ma non ci sono pericoli e il vallone del Vajolet lo raggiungiamo, qualche cuore più sollevato.
La via del rientro è stata tracciata il giorno prima, ripercorriamo i nostri passi: siamo diventati diversi?
Un altro sassolino è stato messo nelle nostre tasche, ma non ci sentiamo pesanti.
L'idea di fare un itinerario ad anello è la vocina che mi sussurra sempre nell'orecchio, che mi tenta, che mi tira per la manica. Giunti al rifugio Negritella, al Ciampedie, seguiamo il consiglio ricevuto al mattino da un operatore della funivia: niente discesa alla malga Vael e ostica risalita al rifugio omonimo... niente sentiero Randonae percorso al mattino... niente scavalcamento dei larici caduti:
"Perchè non fate il Sentiero delle Pecore (Viel de le Feide)? Sale qui per un pò e poi arriva praticamente in piano alla Roda, senza passare dalla Malga".
Aveva la mia voce... come quell'altra voce, quella che mi diceva "Pecore? Camminano in piano le pecore?"
Deviazione spettacolare, più lunga di un'oretta scarsa, ma davvero da fare... e poi la fatica la si sente solo mentre la si vive: dopo è solo soddisfazione, ricordi, aneddoti.
Le cartoline sono terminate, il ritorno percorre il pascolo sopra il Passo di Costalunga... lentamente le nostre giornate montane terminano.
Potremmo dare ancora un'ultima occhiata alla cartina, percorrere con il dito il lungo itinerario...
Arrivederci.
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