Foto escursione rifugio Longo

Fine maggio, escursione infrasettimanale perchè i timori sono difficili da superare nonostante il grande richiamo dei monti: scelgo quindi un'escursione lombarda, sulle Orobie bergamasche... i timori, già proprio quelli... ma quando si è di Cremona i timori li si è vissuti per molte, troppe settimane e quindi casa, Brescia o Bergamo è la stessa cosa e l'aria aperta, pura delle montagne non è il male minore ma la cura dell'animo.
Scelgo un angolo bergamasco che, come un puzzle, ho iniziato a comporre anni e anni fa, lasciando questo tassello ancora da percorrere.
La giornata è imbronciata, il sole del lockdown che ci ha scaldato nel chiuso delle nostre case sembra stanco e bisognoso di riposo, ma ci regala una giornata comunque varia, fresca... a tratti freddina, ma senza preoccupazioni di repentini scrosci d'acqua: non ci piace la pioggia, a me e a mio figlio, ma se fosse... la montagna val bene una bagnata quando il richiamo si fa imperioso.
Seguendo le indicazioni della cordiale barista iniziamo l'escursione, 900 metri di dislivello che so già che percorreremo chiacchierando, a passo lento, senza interruzioni, le nostre parole a fondersi con l'ambiente divenendo un tutt'uno armonico... influenzandosi tra loro, i discorsi con il sole che viene a curiosare e ad ascoltare, la salita con l'enfasi, le brevi pause con i concetti da rendere meglio comprensibili.



Frazione Pagliari, sopra Carona












Il rifugio sorge alla testata della valle che sale dolcemente con la carrareccia, sentinella tra la valle e l'accesso al Lago del Diavolo dietro esso... uno dei tanti invasi artificializzati che costellano le montagne lombarde: per quanti se ne veda, questi laghetti alpini sono sempre un luogo incantevole dove fare sosta, dove consumare uno spuntino.
Lasciamo gli operai al loro lavoro in rifugio, pronto a breve all'apertura, e lo raggiungiamo.




La nostra giornata lentamente volge al termine: dopo aver dato indicazioni a due ragazzi bresciani, poco informati, scendiamo a valle seguendo un itinerario ad anello, differente da quello che avevo previsto... la neve sull'erta salita che porta al passo delle Sellette ci frena.
Non ha importanza, contava riprendere contatto con le libertà che ci mancavano, sconfiggere i timori, combatterli con quello che ci riesce meglio: camminare all'aria aperta.


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