22 settembre

Ferrata O. Marangoni (Monte Albano)



Tempo complessivo escursione: 3,00 ore

Dislivello: 550 m

Partenza ore 6:00 dal parcheggio del CRAL





Tecnicamente le difficoltà della "nuova Mori" sono calate notevolmente però l'esposizione è rimasta ovviamente la stessa e quindi, in particolare alcuni traversi, NON sono assolutamente da banalizzare.
Si raggiunge l'abitato di Mori: è possibile parcheggiare nel comodo ed ampio parcheggio costeggiante la statale stessa nonché alcuni comodi parcheggi all'interno del paese senza però addentrarsi nel centro storico.
Si attraversa il vecchio borgo in direzione dell'evidente santuario alle pendici del Monte Albano da dove un breve sentiero porta all'attacco della Via. Nel punto dell'attacco vi è un piccolo spiazzo con panca in legno dove indossare le imbragature, mentre è consigliabile indossare subito, se non addirittura prima, il casco in quanto ci si accorgerà che lo sviluppo della via porta gli escursionisti proprio sopra la zona in questione ed una eventuale caduta accidentale di oggetti o sassi potrebbe interessare proprio gli escursionisti in fase di avvicinamento.
L'inizio, 3 m, è piuttosto impegnativo in quanto bisogna superare un salto di roccia senza fune tranne una staffa posizionata abbastanza in alto ed il cui raggiungimento comporta un passaggio in arrampicata libera all'interno di una fessura con roccia molto levigata.

La varietà di passaggi, addomesticati con cambre metalliche e zigrinature fatte nella roccia per migliorare l’aderenza dei piedi, comportano il superamento di spigoli attrezzati, lunghi camini, piloni rocciosi particolarmente verticali resi "innocui" da una folta presenza di cambre metalliche. Il lungo ed adrenalinico traverso (Gufo) che rappresenta uno dei tratti più caratteristici del percorso, dove probabilmente qualcosa della "vecchia Mori" è rimasto quanto meno in termini di brivido nell'esposizione, è stato rivisto con l’aggiunta di gradini metallici e persino alcune zigrinature artificiali della roccia fatte nei punti d'appoggio dei piedi, hanno sicuramente abbassato discretamente il grado di difficoltà di questo tratto. La ferrata prosegue con traversi più o meno esposti, placche, alcune delle quali da affrontare con impegno modesto per la ridondanza di attrezzature metalliche. Nonostante ciò questa ferrata rimane un’esperienza intensa da affrontare con concentrazione. Con un comodo e veloce sentiero si rientra alla zona del Santuario da cui questa spettacolare ferrata ha preso l’avvio. Uno sguardo alla gialla parete farà sentire un nuovo brivido per l’esperienza appena conclusasi.


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