Foto ferrate Grande e Piccolo Cir
Tornare in Dolomiti è un imperativo per ogni amante della montagna.
Io cerco di trovare panorami alternativi, nuove suggestioni montane, vallate quasi sconosciute e itinerari alternativi... ma le Dolomiti sono uno scenario che ti rimane dentro e da cui non si può sfuggire.
Quando si viene in Dolomiti a far ferrate non ha molta importanza la difficoltà che si affronta: quello che si sceglie, se adeguato alle nostre capacità, è sempre... dico sempre... eccezionale.
Ferrata Grande Cir e concatenamento con la Piccolo Cir: la prima facile, definita "di riscaldamento", e la seconda più impegnativa.
Il panorama... unico come sempre.
La giornata, prevista interlocutoria, inizia assolata con nuvole leggere leggere a creare un cielo azzurro multitonalità. Il parcheggio l'abbiamo trovato quasi deserto e questo ci ha molto confortato. Come la vicina ferrata Tridentina, anche queste due soffrono per l'affollamento che rende meno piacevole l'escursione.
Antonio era alla sua prima ferrata vera, le condizioni si stavano manifestando come ideali.
Un pò però mi ha fatto strano vedere i sentieri deserti, le crode in attesa di noi appassionati: solo il rombo che saliva ad ondate dei motociclisti turbava quell'angolo di mondo.
Eccolì lì, Cristina e Antonio, intenti a lasciare la traccia di noi sul libro di vetta, con una promessa scritta con l'entusiasmo di chi ha percorso una via dolomitica per la prima volta... mettendo le mani sulla roccia, sentendone la forza, la rugosità, la solidità con cui sconfiggere il vuoto alle spalle.
La salita è stata agevole, il cavo teso solo dove necessario, il passo sicuro per procedere spediti: le nubi intanto iniziavano a unirsi, ma il vicino Piccolo Cir ormai era nel nostro obiettivo e non potevamo tornarcene a casa senza averlo salito.
Salito, non conquistato, perchè la conquista è di chi sottomette e la montagna rimane orgogliosa e sola dopo che si ritorna a casa.
Salito, non conquistato, perchè la conquista è di chi sottomette e la montagna rimane orgogliosa e sola dopo che si ritorna a casa.
Eccolo laggiù il Grande Cir, quella piccola punta che sembra sfidare il nero incombente... ma noi eravamo ormai giunti sul Piccolo Cir.
La salita è stata davvero più complicata: una prima parte come investigatori sulle tracce di un sentiero di salita simile ad altri vicini (la guida che abbiamo incontrato ci ha detto, nell'accento locale, "E' quello" con il tono di chi lo trova ovvio), una seconda parte faticosa per raggiungere la fine del canalone e l'inizio della parete, una terza parte in arrampicata non assicurata per tastare l'equilibrio e, infine, la ferrata... bella, fessurata, ripida ma senza esserlo troppo... rugosa come ci si aspettava.
Dietro lo spettacolo di cime a far da contorno, con le nubi che s'inseguivano senza distrarci.
Una bella giornata dolomitica che bisogna sempre potersi regalare almeno una volta l'anno.
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