Foto ferrata al Monte Roncalla: una giornata in appennino
Prima ferrata dell'anno, decisamente in anticipo sullo storico: ho sempre atteso la primavera... i primi veri caldi... le giornate più lunghe... la neve ormai un lontano ricordo...
Appunto: fine marzo perfetto per iniziare ad arrampicare un pò... ovviamente senza andar troppo in quota, con un occhio a non andarsi a mettere in difficoltà su montagne più titolate.
La scelta è caduta sulla Ferrata "Adolfo Ferrari" al Monte Roncalla, una ferrata "piacentina", quindi appenninica e vicina, e di categoria "facile": qui si dovrebbe aprire un capitolo inesauribile sull'utilizzo di aggettivi quali facile-moderatamente difficile-difficile ecc. ecc., perché le ferrate non è che hanno le taglie come i vestiti o le scarpe!
La ferrata è stata interessante, esposta e verticale per brevi tratti, ben realizzata senza appigli artificiali (la corda sempre, ci mancherebbe!), su una buona roccia stabile e ruvida.
Per neofiti?
La paura è paura, se si soffre il vuoto non esistono ferrate per neofiti... diciamo che non è atletica e l'unico punto "difficile" è alla fine ed evitabile.
Nello zaino da portare solo la calma e la voglia di sentire dietro di se aria e basta, il suolo finalmente un piano fortemente inclinato fino al verticale su cui, in alcuni momenti, gattonare a palmi aperti... il grip delle scarpe l'unico "appiglio".
E' stata una bella giornata.
Un pò di asfalto, un pò di bosco fino al passo Crociglia dove, una bella tabella illustrativa, descriveva i vari percorsi: il nostro... la Valle Tribolata (qui Frau Blücher avrebbe fornito un perfetto imput sonoro come sottolineatura).
In effetti è un pò tribolata questa valle che sale verso il confine genovese per calare poi a Santo Stefano d'Aveto: si sbuca in una conca dove la materia primigea è come gocciolata, raggrumandosi in cumuli e pinnacoli tra cui siamo dovuti passare, sotto il contrafforte roccioso vistosamente striato di canali innevati.
L'aria era frizzantina, la voglia di arrivare a vedere questa ferrata appenninica molta... il vistoso cartello che ci avrebbe indicato dove svoltare ancora non si vedeva.
Lo sviluppo verticale di questa ferrata non è molto, ma salendo salendo il crinale lo vedevamo avvicinarsi fin troppo velocemente... ma appena trovato il "vistoso" cartello, indossata l'attrezzatura completa e messo le mani sul cavo... beh, c'è stata solo la salita...
... fino a che si è in cima.
Troppo presto? Troppo tardi?
Sono sensazioni divergenti ma che convivono, facce dello stesso momento: la soddisfazione di averla conclusa ha il rammarico sapore di non essere ancora in parete per un altro pochetto di tempo... la tensione di alcuni termina ma, avendola appena superata, sarebbe bello averne indietro ancora un pò da vivere fino alla conclusione ora di certo positiva... onde, onde di un mare di monti che sentono la brezza di una mare non così distante.
La discesa è una piacevole cresta panoramica, purtroppo troppo breve... e quindi arrivati al Passo Crociglia ci dirigiamo verso l'omonimo Monte, un panettoncino pelato.
Ci rimaniamo proprio poco, giusto per qualche foto e per un video a 360° con sottofondo del vento... che poco o nulla ho avvertito in ferrata, impegnato com'ero a divertirmi.
E' stata davvero una bella giornata appennininca dove ci siamo tutti divertiti, arrampicando senza sforzo... riprendendo confidenza con la roccia, le sue dinamiche, le sue certezze e le nostre titubanze.
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