Foto escursione Sentiero Attrezzato Monte Cornetto
La sintesi dolomitica.
In fondo spesso le Dolomiti sono un pò così: un pò scontrose, un pò corrucciate, incerte. Alternano sprazzi di sole terso a annuvolamenti che non sai bene come prendere, cosa decidere di fare: minano le certezze smuovendo nuvole richiamandole da chissà dove, la dolomia pronta a cambiar colore se la luce si fa più cupa.
Arrivando a Recoaro, dove abbiamo fatto la sosta, pioveva leggermente, ma non ho azionato i tergicristalli per negare la sua esistenza, rifiutandola a prescindere: inaccettabile!
Adoro le Piccole Dolomiti, la conca del Campogrosso divisa dal Gruppo della Carega e del Monte Cornetto è sempre un luogo a cui mi piace ritornare... in ogni stagione mostra una magia differente.
Osservo pensoso le nuvole che coprono il Gruppo della Carega: dietro di esse c'è una montagna ancor più aspra di quella che andremo a percorrere, fatta di ghiaioni, di sentieri che ne cercano il varco, ferrate che la salgono e una collana di rifugi tra cui il Fraccaroli: non me ne vogliano gli altri, ma per me è la gemma più preziosa tra loro. La Carega non si svelerà per tutta la giornata, il velo non cadrà, ma noi avremo occhi solo per il Cornetto per il Sentiero d'Arroccamento che percorreremo fino in cima... unici attrezzati.
La prima galleria, prima di molte.
Non è la Strada delle 52 Gallerie del Pasubio, tra l'altro non troppo distante, e non sarà neppure la Strada degli Alpini sulle Dolomiti di Sesto: sarà l'uno e l'altro, sarà la sintesi.
Le gallerie, rozze rispetto alle più famose, non saranno 52 ma ci andranno vicino e le cenge che percorreremo non avranno nulla da invidiare alla via Dolomitica: anche qui troveremo uno spettacolare percorso a U, incuneato fin dentro la montagna che ha tenuto nascosto la sua risoluzione. Arrivati dentro la caverna non abbiamo capito fino alla fine come ne saremmo usciti: non metto foto, mantengo il suo segreto.
Ed eccoci al punto dove l'attrezzatura diventa necessaria: una breve salita attrezzata su roccia un pò troppo lisciata e con una catena decisamente morbida.
La percorreremo anche in discesa.
Alla forcella del Cornetto arrivano altri sentieri, la valle non è molto distante. Uno di questi avrebbe dovuto rappresentare una via di fuga qualora il tempo fosse stato sfavorevole... impoverendo la bellezza del percorso sul gruppo montuoso, ma per fortuna non è stato necessario imboccarne nessuno e, saliti in vetta, siamo discesi ancora per la via attrezzata.
Freddo e vento in cima, lo sguardo ad ammirare quanto possibile e a interpretare le varie intensità di grigio delle nuvole inquiete. Pranziamo lassù, seduti contro vento, stoici nel nostro voler decidere dove farlo, nel punto più alto e più bello della giornata, soddisfatti di tutto. Questo percorso ha sorpreso un pò tutti, quanto letto in rete non rendeva merito a questo percorso montano davvero così dolomitico e quindi non possiamo che essere dove volevamo... con buona pace del vento che ci spinge verso valle.
Le nuvole s'ingrigiscono sempre più, il vento compie una strana pausa carica d'aspettativa: meglio scendere.
Non ha piovuto.
La seconda parte della giornata è continuata tra cenge e gallerie, salendo, scendendo e curvando così tante volte che alcune volte la bussola mentale andava in confusione: il Cornetto sembrava sterminato, infinito, alcune gallerie sembrava di averle già percorse all'andata, mentre invece mai siamo tornati sui nostri passi... ad eccezione della deviazione per la salita al monte Cornetto dal passo degli Onari e ritorno.
Queste Piccole Dolomiti tutte a guglie e torrioni da sotto sembravano una parete sottile, ed invece siamo passati nelle sue viscere, disegnando un ricamo fatto di foto e scorci sorprendenti.
Le nuvole erano ancora ad attenderci al nostro arrivo: ci hanno concesso di ammirare solo il gruppo del Monte Cornetto.
Anche loro sanno che ritornerò con gli amici e non mi hanno voluto rovinare la sorpresa.
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