Foto escursione Cima Cauriol

Tavolozza Lagorai.
E quindi si giunge a un bel traguardo, ad un numero tondo di escursioni organizzate in questi anni in cui molti hanno condiviso i miei sogni e ne hanno suggeriti di loro, con l'unico scopo di trascorrere una giornata all'aria aperta tra monti e valli.
Per festeggiare ho attinto ai colori dei Lagorai, a questa immensa tavolozza che ha giocato con la luce e le ombre, con le nubi e le nebbie, con la stagione autunnale che, faticosamente, cerca di trovare spazio per mostrarsi.
La giornata stenta a nascere, l'avvio dal parcheggio di casa ancora di notte (mi piace partire presto per poter fregarmene se ci sono inconvenienti nella giornata) e fa fresco... non ancora freddo per la stagione, ma decisamente fresco.
Un buon segno.
Queste valli sono avviluppate da boschi sani e rigogliosi, ma la valle s'apre davanti a noi e i monti, Piccolo Cauriol e Cauriol sono davanti a noi e allargano le loro braccia per non farci deviare: ci attendono.
All'arrivo uno spiegamento interforze che ha del sospetto: Vigili del Fuoco, Guardia Forestale, Polizia Municipale, Soccorso Alpino... troppo presto per un'azione di recupero, ma le cronache (anche recenti) ci hanno abituato a notizie di cronaca montana che sembrano barzellette tanto sono paradossali.
Esercitazione, immagino... superati alla piana denominata Campo Base affrontiamo la salita senza incontrare nessun altro.









L'intenso foliage autunnale



L'intenso granito del Lagorai




Luci e ombre in un battito di ciglia


Anche questo è un itinerario storico legato alla Grande Guerra: le nostre montagne custodiscono testimonianze infinite di quegli anni.
La mulattiera che percorriamo risale a quegli eventi e quando la natura ne ha rivendicato il possesso, franandovi sopra, non ne ha modificato l'utilità ma ne ha arricchito il fascino. E' un mondo di massi, non di ghiaioni dolomitici, ma di grossi massi che sono rotolati a valle, hanno aggredito in più punti le due strade di arroccamento, l'italiana e l'austriaca, con l'intento di cancellare e riprendersi il proprio territorio: le frane sono un mantello fatto di incastri solidi, tasselli variamente inclinati su cui camminare senza scivolare, spinti in avanti per mantenere l'equilibrio. E' un gioco, non proprio una danza, ma una specie di gioco che ne ricorda un altro, di origini antiche e popolari, fatto da bambini ora più grandi di me: caselle disegnate per terra su cui saltellare per completare il percorso.
Sulla via del ritorno, la via austriaca, ne troveremo moltissime di queste frane su cui giocare a Campana.





Dopo le ultime evoluzioni delle diafane nubi il cielo si sgombra e i colori s'infiammano... s'infiammano anche i nostri respiri quando scorgiamo la forcella da raggiungere per completare la salita al Cauriol... il Piccolo non lo saliamo: miriamo al bersaglio grosso!





E da quassù vediamo il cielo a strati, montagne che nascono lentamente. che si svelano e con cui giochiamo a riconoscerle... la geografia montana stampata in testa, le distanze misurate a spanne, i profili limati con gli occhi fino ad adattarli alle intuizioni.
Ci riusciamo... sbagliamo di poco... di molto... padre e figlia di Belluno (gli unici che incontreremo in tutta la giornata) con noi in vetta ci vengono in aiuto, ma anche loro sbagliano la mira con noi.
Non importa, in fondo: è bello così, è bello star a guardare e stupirsi di quello che si vede... mai sazi.






In vetta tra i massi rosa



Dalla cima è davvero impressionante la discesa


... ma ormai il ritmo del gioco l'abbiamo imparato e da vicino la via non è poi così spaventosa: in breve siamo sul crinale e ci dirigiamo per la via austriaca verso il completamento della giornata.






Stanchi e davvero soddisfatti completiamo questa giornata.
Nel cuore rimane il silenzio di questa giornata, del mondo montano attorno a noi: i colori degli alberi, l'insolito rosa di questo strano granito, il verde tenue che ricopriva alcune rocce hanno catturato i nostri occhi, ma il nostro corpo ha assorbito tutto quanto, se n'è cibato e ne ha fatto tesoro da percepire nelle giornate meno festose... da cui ripartire per altre salite... altri panorami verticali.








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