Foto escursione Monte Paghera e Croce dei Minatori

In tutti questi anni di attività ho sempre incontrato quello che ti chiede: "Sei stato in gita sabato?" o "Sabato vai ancora in gita?" 
La "gita" è un concetto che proprio non riesco a collocare con l'attività montana che organizzo e quindi, puntigliosamente, correggo l'interlocutore con "escursioni, faccio escursioni non gite".
Concetti diversi, aspettative diverse... fatiche diverse.
Beh, questa volta però... mi sento dubbioso su come considerarla.
Ci devo pensare.
Lago d'Idro o Eridio.
L'itinerario riposava indisturbato tra le altre proposte da diverso tempo: troppo caldo d'estate, troppo vicino, difficile per alcune roccette da salire per arrivare a una cima bassa, un dislivello da escursione media che sembrava poco attrattivo... riposava in un limbo e non sapevo quando collocarlo e dargli la sua occasione: quest'inizio di ottobre così tiepido e limpido mi ha convinto.
Partenza come se il Lago d'Idro dovessimo passarlo per raggiungere il lontano Brenta, ma così mi piace: iniziare presto, perdere tempo durante il giorno se c'è l'occasione e non aver fretta... ogni tanto bisogna anche non aver fretta (sarà mica una "gita"?)
L'inizio è subito aggressivo attraverso uno stretto viottolo, una scorciatoia che ci evita di percorrere a piedi un tratto della strada provinciale per raggiungere il vero inizio del percorso, un'impennata affrettata che sembra volerci far arrivare con ancora in bocca il gusto del caffè da poco consumato. 
Ci inoltriamo in una selva oscura...
Siamo a bassa quota, i fianchi della montagna sono rigogliosi, le fronde ci chiudono la visuale per un bel tratto e appena è possibile raggiungere il sole... contempliamo l'Eridio come non l'avevamo mai veduto.






Ed eccoci alle roccette da risalire, roccette che hanno tanto preoccupato e intimorito alcuni, facendone recedere altri di sicuro: gradoni non scivolosi (siamo sulla parte giusta del lago, quella che accoglie il sole al sorgere e se lo tiene quasi fino al tramonto), roccette stabili... fiorite anche, che fa sempre piacere... strappi verticali ma brevi... che consentono di salire velocemente.
La freccia sopra la grotta?
Ignoratela, non porta da nessuna parte... qualcuno non l'ha neppure vista.




Che dire: sono i monti gardesani, da lontano sembrano pieni di muschio soffice come quello del presepio e la roccia solo l'impalcatura di questo diorama montano con poche pretese ma con grande panorama. Tra canali da risalire, almeno tre, e sentieri nel bosco ci fermiamo ad ogni scorcio per ammirare questo lago illuminato dal sole: ben presto arriviamo all'albero della cima del Monte Paghera.







Fin qui l'escursione, la fatica.
L'alberosa cresta la percorriamo in discesa, inoltrandoci nel bosco, seguendo l'indicazione per Santa Petronilla, una chiesa che sorge poco sopra Anfo... ma prima di raggiungerla voglio portare il mio gruppo alla Croce dei Minatori, uno sperone molto panoramico a picco sul lago: l'albero di vetta non mi ha soddisfatto, devo ammetterlo, e quindi la sosta per il pranzo la volevo fare al sole e con un bel panorama davanti agli occhi.
Raggiungerla non è stato semplice, così come trovare l'indicazione... spezzata, forse, da uno colpo di fucile sparato da qualche cacciatore... i colpi di fucile ci hanno tenuto compagnia per buona parte della giornata passata nel bosco e quindi non è assurdo pensare che l'indicazione... quella integra intendo... fosse incappata, in un'altra occasione, erroneamente sulla traiettoria di caccia.
Seguendo la traccia più o meno coerentemente sbuchiamo, davvero questa volta, sopra il lago.
Bello!
L'Eridio che non ti aspetti.




Raggruppati per colore


Anche i Giganti di Pietra hanno i loro amici animali


Ben presto discendiamo dal nostro sperone panoramico e, giunti ad Anfo... l'escursione termina e inizia la gita.
Certo, abbiamo ancora zaino e scarponi, siamo anche un pò stanchi... ma ora ci aspetta un evento insolito: la passeggiata lungo lago, questo lungolago! Nessuno di noi c'era mai stato, manco sapevamo che da questa parte del lago esistesse un percorso pedonale e quindi ci immergiamo a casaccio nei vicoletti di Anfo cercando l'acqua.




... che poi troviamo: quella che cercavamo poteva attendere, perchè la giornata s'era riscaldata e di ottobre la ricordava ben poco. Acqua fresca, acqua gratuita e anche frizzante per chi la desiderasse.
L'autogrill degli escursionisti in gita!



Arrivati al lago, bon, finito tutto quanto. Ci si rilassa, ci si guarda intorno e si valuta in chiave estiva... magari con una canoa per raggiungere l'altra sponda. L'Eridio anche dal basso mantiene quel suo tipico colore scuro, muschioso, un pò limaccioso e fermo: attende, senza la frenesia di altri laghi vicini che forse si presentano meglio e attirano più persone ad agitarne le acque. Qua intorno ci sono molti anelli escursionistici, tra cui un'Alta Via che collega postazioni e fortificazioni della Prima Guerra Mondiale. Sono seminascosti dalla vegetazione rigogliosa, alcuni in cattivo stato di conservazione ma sono lì a testimonianza della Storia.
Anche qui c'è molto da scoprire.



Gruppo a colori alternati




Oggi no, però: eravamo in gita.

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