Racconto ferrata Gamma 1

Giugno, un mese karmico per me... lo è da quanto sono nato.
Sesto mese dell'anno, quest'anno è un mese intenso e atteso... forse più degli altri anni. Mese intenso e molto affasciante e per iniziarlo al meglio ho portato il mio gruppo, quelli che potevano, sulla rimodernata ferrata Gamma 1, giovedì 2 (due sei).

La ferrata Gamma 1 è una delle più conosciute ferrate che dominano Lecco: risale il Pizzo d'Erna e la sua famosa iniziale parete a strapiombo. Chi volesse compiere una giornata davvero intensa dovrebbe salire la Gamma 1 e poi raggiungere la cima del Resegone con la gemella grande, la Gamma 2... anch'essa recentemente rimodernata e riportata in sicurezza.
Gamma 1, per quest'anno può bastare.
La ferrata ha subito un intervento notevole: sparite le catene, che odio, ha mantenuto il percorso originale, così come sono rimaste le scale in parete che la caratterizzavano.
Non eravamo molti: io, Dina (con già alcune ferrate vere nel curriculum) e Lionella (esordiente totale, ma con esperienza di alta montagna). Mancava Cristina (la più esperta di tutti su roccia), per cui ho voluto mantenere un gruppo ridotto.
Partiti presto (via il dente via il dolore), sosta al solito bar (il Baobab di Calolziocorte (che credo sia conosciutissimo da altri escursionisti che viaggiano verso e oltre Lecco) e arrivo al parcheggio dei Piani d'Erna: la giornata... splendida.
I primi 20 minuti sono umidi, arrivo già sudato.
La prima placca è antipatica, liscia e lisciata, fortemente inclinata ma la domiamo. Lionella apprende velocemente, è determinata come sempre e supera la prima difficoltà. Dina? Dina è tranquilla, si destreggia e si guarda attorno. Il lago è ancora in mezzo al fogliame, nascosto... ma non c'è molto tempo e iniziano le scale.
Mi piace arrampicare, se la roccia aiuta però, nel caso vanno bene anche le scale: non pretendo di essere un purista dell'arrampicata e non ho così grandi occasioni per perfezionarmi... ben vengano le scale per un brivido in più e per risalire le pareti strapiombanti.
Aggiungo qualche consiglio alle capacità di Lionella, Dina rimane indietro per far foto e selfie: è la tranquillità fatta persona.
Scale, traversi, scale e scale... diverse scale: la parete strapiombante termina e ci si può fermare in un piccolo spiazzo con balconcino e osservare, con più calma, lo spettacolo del lago di Lecco.
C'è anche una via di fuga, che porta la rifugio Stoppani a metà strada circa tra piazzale funivia e arrivo funivia: opzione rifiutata, visto che siamo venuti per la Gamma 1, non per la 0,5!
Lionella è soddisfatta e comunque perplessa sul poi, Dina la rincuora e la sprona. Questa prima parte è davvero affascinante: non difficile tecnicamente, ma molto esposta e quindi un bel banco di prova per iniziare a conoscere il vuoto e le proprie sensazioni.
La seconda parte nasce nascosta dalla ritrovata vegetazione: è un pinnacolo inclinato che dovremo salire entrando in una spaccatura non visibile, ma facilmente intuibile: non resta che salire!
La seconda parte è più tecnica, si arrampica di più senza strafare, si percorrono brevi cenge e si arrampica dove possibile.
I ponti tibetani, due ponti.
Il primo è breve e, volendo, evitabile ma, davvero: chi vuole evitare un ponte da attraversare su di un solo cavo e di un altro per le mani? Davvero si vuole passar oltre?
Il secondo è una passerella metallica, più lunga ma molto meno emozionante... così da arrivare all'unico punto veramente impegnativo della ferrata: una placca verticale che spancia, che si sporge in fuori per volerti sfidare e, purtroppo, non molto lontano dalla fine della ferrata. Si arriva quindi un po' poveri di forze nelle braccia, se le si è usate troppo, e compiere quel passaggio sembra inverosimile. Lionella complica l'approccio, Dina la rassicura, due ragazzi che stavano salendo in quel momento si mischiano a noi e le mostrano la sequenza: distratta dal passaggio complicato non aveva notato i miei movimenti. Poco male, stanca più del dovuto, supera anche quell'ostico tratto roccioso e ci si avvia al pinnacolo finale: 5 scale (il mio karma ne avrebbe richieste 6) per superarlo, da fare senza soste, senza ripensamenti e senza pause... ogni tanto un'occhiata al panorama dietro le spalle prima di afferrare gli scalini metallici.
L'ultima scala, che coincide con il termine della ferrata, la cedo... lascio che sia Lionella a terminare da sola la ferrata: la sua prima percorsa con tenacia e concentrazione.

Dopo la sosta si ridiscende e si commenta la salita... com'è giusto.
Brava Lionella e molto brava Dina, che ha assorbito i momenti di disorientamento come una spugna con la sua tranquillità e spensieratezza... un punto fermo, una sicurezza.

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