Foto escursione Cima di Bles

Cima di Bles, da non confondere con Monte Bles leggermente più alto ma solo alpinistico, è un monte in alta Val Camonica raggiungibile da Canè o da Vione. E' un monte solitario, roccioso, che compare appena usciti dal bosco con la sua alta croce metallica, contornato da prati biondi e coriacei: come spesso accade, compare e rimane all'orizzonte.
La montagna svetta grigia e inospitale, attorno a perdita d'occhio montagne... catene infinite di montagne che la prospettiva incolla redendole una il proseguimento dell'altra: invece tra esse ci sono valli e paesi e persone, che non vengono schiacciate dalle vette, ma crescono sotto di esse in modo operoso.
Nella calda giornata siamo partiti presto, ma il sole di fine maggio sale alla svelta e la partenza non è sembrata così... all'alba.
L'itinerario previsto era importante, meglio alzarsi presto così da poter vivere l'escursione senza nessuna fretta.
Il sentiero, carrareccia mista tra l'iniziale asfalto e poi strada sterrata con innesti di pietre per consentire a mezzi fuoristrada di percorrerla, s'inerpica senza equivoci, strappando continuamente come a volerci scrollare di dosso, come a dissuaderci dal proseguire.
Punti di sosta, volendo anche di meditazione, non mancano e dopo aver domato il fiatone iniziale copiamo i ciclisti e rifiatiamo nelle curve, nei brevi tornanti che troviamo: siamo un piccolo gruppo, siamo i soli a goderci questa giornata.






Pietre alzate in un iniziale circolo


Case di Bles, di proprietà comunale


Eccola là in fondo, la "piccola" croce bianca che spunta sulla cima: il sentiero non farà un gran giro ma si dirigerà senza perdere troppo tempo... così come la carrareccia nel bosco (partiti presto per poterci godere senza fretta la giornata abbiamo trovato un itinerario che invece ci spinge alla meta senza deviazioni). In vetta incontreremo alcuni bresciani d'hoc che ci diranno "Siete saliti per la direttissima?"... beh, non avevo dubbi visto l'andamento dell'itinerario!





Comunque c'è molta pace e silenzio.
Mi piacciono queste montagne, la rude pace che mostrano, l'essere fuori dai circuiti turistici: montagne di nicchia osservate da montagne famose... chissà, forse un pò da loro invidiate.
Dopo il pianoro erboso affrontiamo la salita delle pendici finali della cima: assaggiamo la roccia, la attraversiamo alla ricerca del passaggio più congeniale a noi, smarriamo la pista ma la ritroviamo... ho sete e fame, sono stanco, ma la salita va ultimata essendo lì... a portata di mano e di un ultimo sforzo. 











Per quanto "direttissima" la salita non è stata eccessivamente impegnativa: il lato di discesa è la vera asprezza di questa montagna e delle sue collegate.
I confronti e la sosta cambiano la percezione di quanto fatto e di quanto è da fare.



Là in fondo, appena sotto le nubi, la croce di vetta




Dal bivacco in poi rientriamo nel bosco e ci ricongiungiamo alla carrareccia in località Case di Bles: la carrareccia in discesa mette a dura prova le gambe e le ginocchia e quando, in località Saline, troviamo da chiacchierare con un anziano montanaro... veramente è lui che trova da chiacchierare con noi apostrofandoci per farci fermare... la sosta diventa molto apprezzata.
Personaggio simpatico e cordiale, sorridente e sereno: in breve diventiamo del posto seppur senza la sua marcata cadenza bresciana (ho trascorso l'infanzia in Val Trompia, mi piace l'accento bresciano),
ci racconta qualche pettegolezzo inerente il bivacco Passa Gerù e veniamo invitati la seconda domenica di agosto per la messa in cima al Bles e per il "rancio" (così lo chiama il simpatico montanaro) in località Premia organizzato dagli alpini.
Che dire... perché no!

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