Foto escursione Monte Legnone
Il lago di Lecco è un mondo montano davvero variegato, che continua a stupirmi. All'inizio lago c'è il regno dell'arrampicata: Resegone e Grigna... montagne sportive, da salire imbragati per assaporare l'esaltazione della verticalità e del vuoto.
La fine lago porta nel regno delle grandi montagne lombarde, accompagnandoci in Valtellina verso le montagne confinali che guardano alla Svizzera.
Ma tra il solco generato dalla Valtellina e il regno dell'arrampicata ci sono le ultime montagne orobiche di questa provincia e... regina incontrastata della zona... il Legnone.
Montagna dalle spalle strette e dai fianchi larghi che s'alzano velocemente, lasciandoti senza fiato.
Già arrivare alla partenza, al rifugio Roccoli-Lorla, è un bel traguardo: la strada, stretta in molti punti, s'insinua nella natura delle sue pendici salendo dove può, disegnando curve e controcurve dove non è possibile far pausa ma andando sempre avanti.
Al parcheggio, se si vuol camminare poco, c'è il Legnoncino, il piccolo monte Legnone: punto panoramico invidiabile sul lago è l'ideale se si è arrivati tardi al parcheggio.
Calcolando i tempi, partendo molto presto noi siamo arrivati con il tempo necessario per salire al monte principale... incontrandoci con Mauro e Mohammed, futuri partecipanti al primo trekking estivo.
Mauro l'avevo conosciuto durante un weekend in montagne che avevo trascorso con mio figlio Jacopo: era nata subito una piacevole amicizia che non era proseguita a causa della distanza (Mauro è di Saronno), ma, tramite mail, era sempre informato delle nostre iniziative.
... quindi... in preparazione del trekking e nonostante il Monte Legnone l'avesse già salito due volte, ci ha raggiunti per trascorrere una splendida giornata... e abbiamo conosciuto Mohammed, anche lui un'ottimo ingrediente di questa giornata montana.
Man mano che si sale... e si sale velocemente... il panorama si apre sempre di più: molte montagne (ammetto la maggior parte) non le so riconoscere, ma sono estasiato ugualmente, anche se lo sguardo cerca la croce di vetta del nostro obiettivo. Non porto più l'orologio in escursione, ormai il mio passo lo conosco, so quanto vale in termini di tempo e quindi individuare l'arrivo mi è sufficiente per collocarmi sulla linea del tempo di quel giorno.
E' la mia passione fotografare le pietre per quello che mi ricordano: Caballero senza Carmencita
Finalmente abbandoniamo il bosco e entriamo nel regno della roccia: la freccia bianca ci indica la sua porta.
Docili, ancora con il manto invernale, ci osservano incuriositi a breve distanza... apparentemente tranquilli. Francamente non mi aspettavo di vederne così tanti qui, su queste montagne dalle pendici bagnate dal lago pieno di windsurf: me li aspettavo in località più isolate, su gruppi montuosi più elevati e solitari e invece sono qui, raminghi delle creste innumerevoli che si agganciano tra queste vette e rappresentano il loro regno fatto di equilibrismi.
Boh... a qualche cosa servirà di sicuro.
Noi avremmo fatto altro: ci saremmo sporti per vedere il lago... da una posizione più salda!
In cima!
Verso l'infinito e oltre!
In effetti queste montagne vicine, che non parlano altre lingue, offrono itinerari mozzafiato e percorsi di cresta davvero interessanti: ho sempre amato le forcelle per le porte che aprivano verso altre valli e nuove sensazioni, ma ora comincio ad appassionarmi alle creste, a quel camminare sul filo del baratro, quell'equilibrio saldo e mai alla ricerca del pericolo che fa rimanere come sospesi nel cielo... silhouette visibili nel contrasto tra il blu e la roccia.
Un viso scruta chi arriva
La giornata termina all'ombra di un tavolo di legno: gli amici di Saronno anticipano la discesa, li rivedremo presto... e poi il rifugio da cui siamo partiti non è molto distante.
E' stata una bella giornata.
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