Foto ferrate del Somator e Colodri
Ferrate didattiche, le definisco, non trovando altro appellativo che descriva una giornata trascorsa su ferrate facili.
Le ferrate facili sono sempre un'incognita: ad eccezione di quelle che si trovano in Dolomiti, dove il panorama vale sempre una levataccia... le altre possono deludere e non essere di alcun aiuto all'aspirante e curioso escursionista che volesse misurarsi su questi particolari sentieri esposti.
... ma le giornate in compagnia sono sempre speciali e hanno diverse chiavi di lettura: giornata di conferma per alcuni, di rilancio per altri, di coraggiosa voglia di mettersi in gioco, di goliardica "vendetta" per un parente stretto, di voglia solamente di esserci e di conoscere un posto nuovo assieme al gruppo.
Il primo movimento di questa sinfonia è la ferrata del Somator che porta in cima al Monte Biaena, nell'entroterra tra Ronzo-Chienes e Mori. E' un monte addormentato, allungato tra altri monti, svogliato al punto da farsi ricoprire di boschi che nascondono le sue fattezze. Forse per questo motivo gli austro-ungarici vi avevano costruito alcune trincee nel Primo Conflitto... se ne sarà mai accorto?
Le nuvole del giorno che stenta a sbocciare mischiano i colori dell'autunno mentre noi c'intrufoliamo nel bosco di faggi, cercando il primo cavo. Il dislivello s'annulla lentamente, il primo cavo più che altro un corrimano d'acciaio: quanto basta per impratichirsi con l'apertura dei nuovi moschettoni super sicuri! Ah che bei tempi quelli in cui il moschettone poteva essere solamente premuto sul cavo per farlo agganciare... ora bisogna premerlo ad arte, a seconda del modello, per poterlo aprire!!!
Comunque la prima lezione, il primo movimento operistico, viene egregiamente superato e ci si può anche, sottolineo anche, concedere una pausa prima di rientrare alla chiusa, purtroppo, Malga Somator.
Prima di rientrare c'è anche il tempo di un piccolo, emozionante assolo: un anziano del luogo ci incrocia in auto e dopo aver scherzato un pò ci accenna il suo passato alpinistico... commuovendosi.
Video ferrata del Somator
Il Secondo movimento di quest'opera, per alcuni opera prima, si svolge nei pressi del lago di Garda, vero paradiso della verticalità spinta e delle ferrate emozionanti per panorama unico: ferrata dei Colodri, Arco di Trento.
Ferrata semplice, chiariamolo, ma decisamente più spinta della Somator e il giusto completamente della giornata: salirla nella nuvolaglia mattutina un'occasione mancata. Salirla al pomeriggio, con il tiepido sole che diventa intenso tanto da ricordare la passata estate: la giusta atmosfera del Garda fatta di divertimento, relax e sport che sembrano non avere mai fine.
Si sale dal campeggio, si dribblano i ciclisti sulla ciclabile, di passano le strutture d'allenamento per i climber e si è alla prima fune: sopra la parete verticale, gialla rilucente nel sole, con ombre che fanno sperare siano cenge su cui salire facilmente... perchè altrimenti non c'è una soluzione all'enigma.
Guardarla dal basso è uno spettacolo, pensarsi lassù soddisfazione.
Se il primo movimento è stato quasi un'overture, ora la sinfonia si fa ritmata perchè si inizia a salire di traverso senza fermarsi troppo a guardar giù (direbbero alcuni, così alla fine avranno dei bei ricordi del cavo... non del cavolo, ma proprio del cavo che avranno stretto e fissato tutto il tempo!). La roccia in alcuni punti ha ceduto al transito degli altri appassionati, ma regge ancora bene, crea fiducia, rende la salita esposta un gioco di poco equilibrio e di molta contemplazione dell'entroterra di Riva, vertice del lungo apice del Garda.
Chi ha voluto sperimentare ha sperimentato, chi cercava conferme ha confermato, chi divertimento s'è divertito e chi ha solamente voluto trascorrere una giornata d'ottobre sulla parete di Arco in compagnia di amici speciali ha raggiunto il suo obiettivo.
Il Garda non delude mai, lo sappiamo bene.
... un pò come il mio Gruppo!
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