Foto tour del Sorapiss

Inizio di luglio


Dopo un anno di attesa, e prima di partire per le vacanze al mare, assieme a Cristina ed Alessio ci regaliamo il Sorapis... che da tempo chi ama le ferrate non può che considerare tra i suoi obiettivi. Il MarmaroleRunde dell'anno precedente mi aveva dato quella spinta a calendarizzarlo, affascinato dalla sua imponenza.
Escursione impegnativa, lunga, tortuosa, con ferrate da percorrere in salita e in discesa... comunque il giro del gruppo lo si voglia affrontare. Un giro solitario, perlopiù.
Alla partenza, la salita al rifugio San Marco l'abbiamo fatta al pomeriggio, il gruppo delle Marmarole ci chiude la vista e mi ricorda che lì, in Cadore, non si scherza.






Il rifugio San Marco è una piccola bomboniera, dominato da due delle più affascinanti montagne della zona: l'Antelao, il Re delle Dolomiti sempre con la cima avvolta dalle nubi, e il Pelmo, "El caregon del Padreterno" (Il Trono del Padreterno) che ci saluta al tramonto.



Partiamo presto e accogliamo il suggerimento della gentile Edi, che lo gestisce con la famiglia da anni, e affrontiamo il tour in senso orario: io avrei preferito in senso antiorario ma mi fido di chi vive sul posto, più di chi scrive in internet.
Il grazioso piazzale del rifugio era ancora in ombra, ma il cielo era già azzurro e prometteva che sarebbe durato tutto il giorno.


Forcella Grande e Bivacco Slataper, questi gli obiettivi che avevo in mente: la forcella l'avevamo percorsa in salita il terzo giorno del MarmaroleRunde per discendere a valle scivolando tra le Marmarole e il Sorapis, il bivacco ne conoscevo l'esistenza, un nome che aveva vissuto a margine della consapevolezza cercando di attirarmi a sè.




Curioso il bivacco: quella minuscola casetta avrebbe dovuto rappresentare la naturale sosta per compiere in modo equilibrato, come tappe, l'avventura del tour del Sorapis... lui e il Bivacco Vandelli a circa metà del nostro giorno successivo. Il sole, impietoso, ne ha sbiadito il color rosso acceso trasformandolo in una casetta giocattolo, rosa shocking!
La vista... ineguagliabile: Anima Dolomitica!


... e si parte: Ferrata Berti in discesa, la più difficile delle due ma da compiersi al mattino ancora freschi, al riparo del sole di luglio... veloci, senza indecisioni. Il gruppo che soggiornava al rifugio San Marco ci lascia la strada, per cui procediamo spediti. Cenge, scale, ghiaioni, pinnacoli e fessure... il Sorapis non ci fa mancare nulla e noi lo rispettiamo proprio per questo: un grande gruppo dolomitico, una roccia superba e insidiosa, a volte, ma è la montagna che sapevamo di trovare.


















La montagna non ci da tregue e non sempre i segnali sono dove dovrebbero essere: la pausa ce la prendiamo, felici... davvero molto molto felici.


Dal passo iniziamo la discesa, che ci avrebbe portato al rifugio Vandelli e allo splendido lago del Sorapis. Spingiamo lo sguardo oltre il fianco della montagna e giù, dove il laghetto ci attendeva... ma inutilmente, l'immensa valle continuava ad essere chiusa da alte montagne e nulla ci faceva intuire dove quella giornata sarebbe finita. Attraversiamo un fianco inclinato ancora innevato, i ramponi li lasciamo nello zaino, il sole ci aveva ammorbidito la via.
Un'indecisione in un camino non assicurato, colpa la stanchezza, e approdiamo nella valle: del rifugio nessuna traccia, forse, inizio a pensare, è una leggenda.




... ed infine la perla, quella particolare tinta acquamarina che ci trascina giù per il ghiaione, il pensiero del domani (la tappa più lunga in programma) momentaneamente accantonata.



Durante la cena la pioggia, violenta a scrosci, e la natura selvaggia ci ricorda che la prudenza deve essere il collante delle nostre decisioni, ma non l'inutile zavorra.
I colori sono drammatici, quasi antichi. Mi ricordano i quadri del romanticismo ottocentesco, così carichi di espressività e movimento, emozioni turbinose congelate tra colori caldi e luci.




Facciamo le nostre scelte, partiremo al mattino prima di tutti gli altri, i nostri compagni della giornata appena conclusa che scenderanno a valle per una via più comoda scongiurando la pioggia prevista: ci sarà, ma in un imprecisato momento del pomeriggio... e noi intendevamo scegliere dove farci trovare.




Incontri mattutini, ormai noi già in ferrata, la Ferrata Vandelli, la più facile delle due che percorriamo in salita (meglio in salita le ferrate che in discesa, nè!) ancora riposati: il rifugio Vandelli, con la gentile e cordiale Sabrina a gestirlo, è poco distante.
... e via che si ricomincia, questa volta finalmente in verticale, mani e piedi a cercar appigli, la brama della salita che scorre nel sangue.








"Da adesso è solo discesa", che non vuol dire da adesso ci si riposa.
Smarriamo il sentiero, lo ritroviamo, caliamo nella valle e raggiungiamo il bivacco Vandelli... confortevole, recitava una relazione letta in rete. Cominciamo ad essere stanchi, potremmo quasi quasi trovarlo confortevole, ma la spada di Damocle dei possibili modesti temporali non se n'è ancora andata e al primo inizio di pioggia metto al sicuro la reflex.




Risaliamo, ridiscendiamo, saliamo ancora... le nuvole ci inseguono, il cielo si fa plumbeo e poi si squarcia di sereno: è un'incitamento a proseguire, perchè non siamo ancora dove avevamo considerato accettabile prendere pioggia. Forcella Grande, là avevamo scommesso di riuscire ad arrivare asciutti, perchè dalla Forcella Grande a discendere conoscevamo la strada e quindi sapevamo che là avremmo saputo gestire il percorso.
Alla fine c'eravamo quasi riusciti a sconfiggere la profezia di Edi: "Partite presto dal Vandelli così riuscite ad iniziare la discesa al San Marco sotto il temporalone". Asciutti vedevamo già il rifugio, il temporale, non temporalone per fortuna, fece il suo lavoro.

Non sarà la fatica a rimanere nel ricordo, non sarà la lunga ed estenuante salita a Forcella Grande, ma sarà lui, il Sorapis e le due donne, Edi e Sabrina che gestiscono i due rifugi, a svettare nel ricordo di quelle giornate dolomitiche fatte di rocce, ghiaia e amicizia.
I miei compagni d'avventura, Cristina ed Alessio, assolutamente fantastici.


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