Foto escursione Bivacco Ortles
Inizio agosto.
Portavo ancora i calzoncini corti... potrei iniziare così il ricordo di quest'escursione, ma ormai i calzoncini corti li portano anche i pensionati che vanno al parco a cercare il fresco in queste giornate torride.
Era il secolo scorso, potrei dire anche, quando la strada che saliva faticosamente al passo Gavia era ancora sterrata, senza protezioni e con la banchina cedevole. Ricordo che solo i motociclisti la salivano e noi appassionati di montagna, primo fra tutti mio padre, che ci portava dappertutto. Sembrava il secolo scorso, ovviamente, e l'arrivo del Giro d'Italia che ha fatto asfaltare la strada, quella dalla parte bresciana perchè quella di competenza di Sondrio lo era da tempo, l'ha fatto diventare ancor più terirtorio dei motociclisti, ma anche dei ciclisti desiderosi di eguagliare le gesta dei professionisti che sognano la maglia rosa.
... ma se la strada, con i limiti dovuti, è balzata avanti nella storia, ma l'ambiente, fortemente severo, è rimasto tale e quale: selvaggio come un territorio ancora da scoprire.
La giornata mantiene fede al luogo: la pioggia della settimana viene spazzata via dal vento, il cielo vissuto da nuvole chiare in movimento... come noi, sul sentiero alla ricerca di un'angolo riparato.
Era il secolo scorso, potrei dire anche, quando la strada che saliva faticosamente al passo Gavia era ancora sterrata, senza protezioni e con la banchina cedevole. Ricordo che solo i motociclisti la salivano e noi appassionati di montagna, primo fra tutti mio padre, che ci portava dappertutto. Sembrava il secolo scorso, ovviamente, e l'arrivo del Giro d'Italia che ha fatto asfaltare la strada, quella dalla parte bresciana perchè quella di competenza di Sondrio lo era da tempo, l'ha fatto diventare ancor più terirtorio dei motociclisti, ma anche dei ciclisti desiderosi di eguagliare le gesta dei professionisti che sognano la maglia rosa.
... ma se la strada, con i limiti dovuti, è balzata avanti nella storia, ma l'ambiente, fortemente severo, è rimasto tale e quale: selvaggio come un territorio ancora da scoprire.
La giornata mantiene fede al luogo: la pioggia della settimana viene spazzata via dal vento, il cielo vissuto da nuvole chiare in movimento... come noi, sul sentiero alla ricerca di un'angolo riparato.
Incontriamo l'ultima neve della stagione che di sicuro sarà la prima dell'inverno, per il calendario è ancora lontano ma prossimo da queste parti.
La Vallumbrina non offre molte alternative e la nostra meta è l'unica facilmente raggiungibile: tra percorsi corretti e scorciatoie raggiungiamo la meta e la vicinissima cima.
La Vallumbrina non offre molte alternative e la nostra meta è l'unica facilmente raggiungibile: tra percorsi corretti e scorciatoie raggiungiamo la meta e la vicinissima cima.
Riconoscere le cime lontane non è cosa facile, ancora ubriacati dalle curve del passo Gavia e del percorso tortuoso fatto per raggiungere il bivacco. Ci vengono in aiuto e via via il territorio inizia a parlarci, svela il suo mistero e noi ci caliamo in esso.
In fondo è questo parte del piacere della salita: poter vedere la bellezza di quello che abbiamo accanto, che ci sovrasta.
In fondo è questo parte del piacere della salita: poter vedere la bellezza di quello che abbiamo accanto, che ci sovrasta.
Andiamo?
Commenti
Posta un commento