Foto escursione Valzurio
Escursione fortunata, quella in Valzùrio (non Valzurìo come pensavo... ma si sa, la nostra lingua ignora gli accenti scritti, se non sull'ultima vocale). Che sarebbe stata un'escursione fortunata, se portata a termine, lo si era capito già alla partenza: appena sveglio il rumore di una intensa pioggia mi aveva fatto temere la bontà (qui l'accento è d'obbligo e usuale) delle previsioni consultate per tutta la settimana. Messo un poncho nello zaino e un ricambio da lasciare in auto, la colazione poteva iniziare senza troppi pensieri.
Giunti al parcheggio, dopo una roccambolesca manovra (avendo mancato l'ingresso) per entrare nell'area commerciale del famoso bar Minuscoli di Ponte Nossa, tappa obbligata per tutti gli escursionisti che passano al mattino... e non per il comodo parcheggio, ma per il tripudio di dolce e salato con cui iniziare la giornata o portare a termine l'escursione... il cielo lasciava presagire che la giornata sarebbe stata luminosa. La fitta teoria di tronchi ritti ci invitava a buttare lo sguardo all'insù, dove il cielo azzurro ci attendeva. Le foglie erano ancora tutte a terra, l'inverno sembrava da poco concluso.
Usciti dal bosco abbiamo subito iniziato a meravigliarci per il panorama che si apriva lontano ai nostri occhi.
In effetti... fino a quel momento la Valzurio, o Valle Azzurra per le celesti acque del torrente Ogna, non aveva ancora mostrato tratti particolari che la rendessero speciale. Dei due itinerari possibili per arrivare in fondo alla valle, avevamo preferito quella più rustica, il sentiero di destra che s'inoltrava nel bosco e rimaneva più a contatto con il torrente: la carrareccia sterrata l'avremmo discesa al rientro. Al fondovalle, finalmente, le Baite del Moschel, elemento caratteristico e distintivo della valle, potevano, per la loro bellezza, rappresentare il punto d'arrivo dell'escursione tanto l'ambiente era da loro completato. Ormai la loro funzione era terminata ed erano divenute case vacanze, luoghi dove ammirare la bellezza di quella valle quasi nascosta e, per quello, decisamente silenziosa.
Idugiare va bene, ma volta la rotta verso il rifugio Olmo, la giornata iniziò a farsi... in salita. La catena di guglie verso cui stavamo salendo, spezzettava le nuvole che, indecise sul da farsi, continuavano a ronzare nel cielo... modificando continuamente la temperatura, costringendoci a continui cambi di abbigliamento.
La neve... credevamo di aver archiviato la possibilità di trovarne ancora, a quote così basse, tant'è che la destinazione finale della ero stato costretto a cambiarla proprio per evitare di trovarne ancora così tanta da dover utilizzare... le ciaspole, almeno così mi aveva comunicato il gestore del rifugio Albani, la nostra ambiziosa meta.
Poteva essere un'insolita escursione primaverile, ma avrebbe significato trasportare le ciaspole per tutta la valle e utilizzarle l'ultima mezz'ora... non ne valeva la pena, a mo parere.
Il rifugio Olmo, comunque, non è stato un ripiego.
Rifugio ottimamente gestito posto in un'incantevole posizione, una fitta rete di sentieri e di cime da raggiungere... avendone voglia.
L'escursione è molto piaciuta e io, rappresentante della quota azzurra, ho particolarmente apprezzato questa valle silenziosa che mi riprometto di approfondire ulteriormente.
Come programmato, giunti al bivio con il sentiero da cui eravamo arrivati, ci siamo diretti verso l'altro lato della valle, verso il nutrito gruppo di baite... seguendo, oltre alle puntuali indicazioni, il suono di una cornamusa... un pò fuori tema, oserei dire.
Proveniva dalla Baita del Sole e il suo proprietario la suonava con grande impegno, per suo diletto o forse per far sapere a tutta la valle che la baita era aperta.
E' stato un'insolito accompagnamento.
aaa
Prima di lasciare la valle, abbiamo potuto osservare la zona delle Marmitte dei Giganti,vasche naturali create dalla caduta vorticosa dell'acqua che formano terrazzamenti entro cui l'acqua fredda delle montagne si raccoglie in piscine naturali.
In estate devono essere davvero piacevoli!
Lasciamo la Valzùrio, lasciamo le Baite del Moschel... alle volte la semplicità di ciò che è inaspettato è più appagante di quanto viene a lungo desiderato: per me è stato così.
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