Mamoiada

Mamoiada e le sue tradizioni.
La domenica di Carnevale il paese risorge e compie il suo rito di passaggio, evento molto sentito e divenuto davvero molto popolare anche fuori dall'isola.
Il rito di passaggio viene vissuto da tutto il paese, luogo e abitanti: da incolore abitato diventa il centro delle attenzioni della zona, con arrivo di pullman anche dal capoluogo, ristoranti prenotati, panche che compaiono fuori da semplici pizzerie da asporto, camere che diventano sale da pranzo, cortili che rivendono dolciumi tradizionali, griglie e friggitorie che occhieggiano da finestre pronte a sfamare chi non ha trovato posto a sedere.
Nel vicino Museo delle Maschere Mediterranee un'appassionato cicerone ha illustrato il mistero, il rito e il rituale che sottintende alla sfilata: il suo significato è intenso, per nulla goliardico.
Mentre consumiamo l'attesa per la sfilata, il paese si anima per il "ballu tundu" (Su passu torrau o sa Mamujadina): prima iniziato da una coppia, poi da amici e poi... lentamente... il gruppo si allarga, prende possesso della piazza che sembra essere stata creata proprio per quell'occasione.










L'attesa giunge al termine, il passo ritmato dei Mamutones che scuotono il pesante grappolo dei campanacci dal suono cupo, li annuncia: i colori sgargianti degli Issohadores aprono la processione.
La folla, tutti muniti di fotocamere o cellulari, è un'organismo che s'assembra, toglie la visuale, si muove fluido, arretra, si apre... toglie un pò del mistero che ci è stato così ben raccontato e mostrato con un pregevole audiovisivo. La folla non è mai ordinata o rispettosa, ma, paradossalmente, toglie il mistero ma socializza l'evento rendendolo famigliare. La salita iniziale che accede alla piazza, sfianca il mamutones che si ferma dopo aver eseguito i passi prescritti... si fa guardare, fotografare, apprezzare: è l'anno vecchio che se ne va e compie un ultimo saluto.
L'issohadores, che vigila sulla processione, lancia il lazo verso le donne: è un segno beneaugurale, un portafortuna.
Pur perdendo la magia, un pò inquetante, della maschera del mamutones in una sfilata più ordinata e gestita, magari con transenne, la festa, anticipata con il ballu tundu, diventa condivisione, diventa quel rito di passaggio che coinvolge il paese. 











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