Foto escursione rifugio Margaroli

A un anno di distanza, ritorno in Val Formazza con il mio gruppo di amici escursionisti, quest'anno decisamente più numeroso.
Ci ritorno sempre con grandi aspettative, con l'entusiasmo che ho sempre quando so che farò rimanere stupefatti da questa valle che vive sorniona tra Lago Maggiore e Svizzera, all'ombra delle alte cime ossolane. Mentre si percorre la veloce superstrada è un susseguirsi di località ancora da scoprire: Val Grande, Valle Antrona, orridi di Uriezzo, valle Anzasca, valle Antigorio, valle Veglia e Devero... valli quasi misteriose, nomi sentiti nelle conversazioni ma non ancora esplorate.
All'uscita dal tunnel elicoidale, l'aria cambia, i chilometri percorsi svaniscono e ci troviamo proiettati in montagna, nei tipici paesetti walser: austere case in pietra con le tegole di ardesia, case fatte per rimanere, che non temono ristrutturazioni o abbellimenti che ne snaturino la solidità, come solide e silenziose sono le montagne che le circondano.





Il disastroso maltempo autunnale, che in trentino dove siamo stati da poco ha abbattuto alti alberi come se fossero spighe di  grano, qui non ha pesantemente colpito. In effetti l'alberatura non è così presente e ben presto la fascia boschiva viene superata e... dopo un lungo tratto "erto", che solo i bravi discesisti potrebbero definire "discreto", entriamo nella piana del Vannino: qui troviamo tutta la neve che desideriamo, qui compiamo un'ideale salto geografico, in un'area dell'estremo nord europa a scelta.





Neve, tanta tanta neve.
Neve morbida, che addolcisce il paesaggio e ne nasconde le spigolosità... neve dura e battuta su cui ciaspolare facilmente... neve spessa che non ha ancora ceduto il passo all'acqua che scorre nel torrentello gelido... neve che rotola a valle in brevi corse sotto il sole che dipinge di azzurro scuro il cielo: non ci sono pericoli, abbiamo avuto rassicurazioni in merito. 
Sembra tutto idilliaco per essere vero, ma lo è e noi ci siamo dentro... affaticati, ma ci siamo dentro.



Il rifugio è in posizione dominante, attorno montagne che in inverno non sono alla nostra portata: le tracce aperte che salgono sono destinate agli sci alpinisti, tracce strette che tagliano il versante solido nel freddo che ancora li mantiene... ma per quelle vie di risalita l'attrezzatura di sicurezza (ARTVA, pala e sonda... e saperle usare) sono d'obbligo.
Noi siamo ciaspolatori, abbiamo gambe e entusiasmo da vendere, ma siamo anche prudenti e rispettiamo i limiti che la montagna ci impone: il luogo è così affascinante che ci sentiamo partecipi nonostante tutto.
Il lago Vannino ci attende, la neve che lo ricopre un'invito che non possiamo rifiutare.





Non siamo tutti, alcuni, troppo stanchi sono rimasti al rifugio: verranno la mattina a passeggiare sopra il lago, testimoni che in questo inverno caldo e poco nevoso la Val Formazza si distingue.








Al pomeriggio la nuvolosità prevista giunge e si scende a valle, ma noi, anche oggi, siamo ancora lì, sul lago innevato, a contemplare questo mondo spettacolare.


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