2004

Nel 2004 avevo esattamente 40 anni e mio figlio 11.
A quel tempo facevamo vacanze nei villaggi turistici, che non amo, ma che erano adatti per mio figlio... visto che ho sempre viaggiato con la mia famiglia, senza altri amici: quelli, anche solo per la durata del soggiorno, li trovavamo facilmente all'arrivo.
Dopo una vacanza piovosa in Valle Aurina avevamo iniziato a viaggiare all'estero, alla ricerca del sole certo: Tunisia, Mar Rosso... e quell'anno Messico!
Di tutte le vacanze in villaggio, il Messico è stata decisamente la migliore: la spiaggia di Akumal rimarrà sempre nel mio cuore.
Ne ricordo ancora la tranquillità, i tramonti, i rovesci improvvisi e le colonne d'acqua che correvano all'orizzonte senza mai sfiorarci... ricordo il mare tiepido, i colori intensi e l'allegria che sentivo intorno a me, un'allegria spontanea.
E' una nazione che m'è rimasta nel cuore.
Di tutto quello che ho visitato, delle esperienze fatte con mio figlio... l'escursione a Tulum è un ricordo cristallino, ancora vivido.
E' stata la mia prima escursione autogestita fatta all'estero, io che non parlo fluentemente alcuna lingua oltre l'italiano, ma il famoso sito era così vicino al villaggio (circa un'ora di taxi) che abbiamo deciso di andarci da soli, senza assistenza del villaggio... una piccola avventura.
Ricordo... mi viene ancora da sorridere... Messico e nuvole, mi diceva la mente prima della partenza: la prima settimana è stata sempre di sole, un luglio che qui a Cremona si crepava dall'umidità e noi in Messico che ci sentivamo la pelle piacevolmente asciutta. Le nuvole nel cielo c'erano, però, ma servivano solo per essere fotografate, per rendere ancor più celeste e affascinante ciò che si stagliava sopra il mare turchese, i colori accesi che sembravano dipinti con il pennarello.  
Ricordo il caldo intenso che ci avvolgeva mentre aspettavamo un taxi, che sarebbe passato ci avevano detto... perchè passavano sempre lungo la strada costiera nella speranza che altri disgraziati senza cappello fossero in attesa, senza alcun riparo se non il loro entusiasmo. Ricordo il minivan, la porta che s'apriva e l'aria gelida interna che cadeva a terra, quasi fosse l'anta verticale dei surgelati del supermercato che veniva aperta per estrarre la verdura o altro.
Intirizziti abbiamo varcato l'ingresso di Tulum, l'unico insediamento Maya sul mare. C'eravamo mossi presto, seppur in vacanza non andavamo a letto tardi: dopo lo spettacolo ci intrattenevamo un poco con chi avevamo conosciuto e poi a letto (il figliolo mi era d'aiuto per star lontano dalla discoteca, che non ho mai amato). 
Eravamo i primi... tra i primi diciamo.
Ci sono rovine, luoghi che mi hanno colpito e Tulum, innegabilmente, è stato tra quelli... così come le iguane.
Non ricordo se le avevo già viste: c'erano al villaggio e c'erano a Chichen Itza, non so il ricordo di Tulum dove si colloca in graduatoria... ma quelle iguane erano diverse, le vere protagoniste del luogo, le padroni o l'eco dei loro padroni, coloro che avevano raccolto il loro lascito, le loro paure: vigilavano.
Ferme su ogni elevazione possibile rimanevano immobili, pietrificate, stoiche, attente... incuranti di noi, lo sguardo fisso verso l'orizzonte, sentinelle di avvenimenti già conclusi, ma forse no... forse accadimenti che si dovevano ancora compiere, di cui loro erano le vestali.
Terminata l'era dei grandi sauri, una grande e misteriosa civiltà era svanita nel nulla e i piccoli sauri rimanevano a custodirne le spoglie.
Spesso la storia è giusta.

Conobbi Clara qualche anno dopo... o meglio, lei qualche anno dopo volle conoscermi e le sono ancora grato per averlo fatto: avevamo un blog e le nostre strade si sono fortunosamente incorciate.
Siamo stati per molti, molti anni amici di penna e quando volli avere una sua opera... una delle sue famose pietre dipinte... non ebbi dubbi su che animale richiederle.
Eravamo ormai molto in confidenza, per cui sapevo di chiederle una cosa che esulava dalle sue esperienze, ma dovendo pensare a un animale che avrei guardato sempre con ammirazione, fascino, con cui sentissi affinità, rispetto... l'iguana doveva essere la mia pietra.
Non volevo un'iguana di Tulum, un'iguana che mi ricordasse quella meravigliosa vacanza e quel luogo affascinante... volevo un'iguana di Clara, un'opera prima, un'iguana nata per me.
Ci sono amicizie che nascono e muoiono quasi senza che ce ne accorgiamo, la mia con Clara ha una vestale che ci protegge.


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