Foto escursione ferrata Maurizio
Dopo la nottata di pioggia intensa, a tratti sembrava mista a grandine, la Conca dell'Alben in Val Seriana ci ha accolto con un sole che riscaldava lentamente l'aria frizzante.
Davanti a noi la parete da salire.
Già la vista iniziava a far circolare l'adrenalina, ma una vocina, quella vocina che non sta mai zitta e sfrutta tutte le occasioni per farsi sentire diceva: "Che figata! ... però non è che si sale diritti, vero???"
Come sempre una parte di me lo sperava, la parte prudente sperava che tra intagli, cenge e risalite si addivenisse alla cima senza farsi venire il mal di collo per aver continuato a guardare la via procedere verticale.
Fatta la salita su ghiaione, davanti alla parete i dubbi e, per una parte le speranze per l'altra i timori, si sono palesati: percorso per lo più verticale, mal di collo in attesa.
La ferrata è molto "ferrata" e tutte le staffe messe sono state utilizzate e, giunti in cima, ringraziate: sono state davvero utili.
La parete è sempre una bella esperienza e questa ferrata la fa apprezzare appieno, regalando piccoli anfratti dove potersi girare, contemplare il vuoto... tutta quell'aria che ti senti dietro e che se anche non preme ed è impalpabile ne hai una coscienza tattile... osservare, attraverso la salita dei tuoi compagni d'avventura i tuoi passi, quelli che non ti puoi vedere. Osservi i loro movimenti, ricordi i tuoi e, perchè no, ti ricarichi per la nuova salita, quel nuovo segmento da affrontare senza soste, in progressione continua: cambi sciolti, sicuri, veloci... la roccia solida, fessurata e ruvida in aiuto.
Al termine, in vetta, nella soddisfazione s'insinua quel leggero dispiacere di aver concluso la salita, la parete... quella parete che aveva messo, almeno a me, ingiustificati timori, un sano timore che non desidero perdere, perchè mi serve per essere concentrato e per rispettare il percorso, la parete, la cima. Non mi piace conquistare, mi piace la montagna.
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