Foto escursione ferrata Contessi - Monte Due Mani 1657 m

Dopo il fortunale del sabato... dove per seguire la semifinale di tennis, trasmessa dal Foro Italico, avevo dovuto quasi alzare al massimo il volume della tv per contrastare il fragore della grandine che batteva sui tetti in lamiera dei garages... siamo partiti alla volta di Ballabio, in Valsassina.
Destinazione il Monte Due Mani 1657 m, salito attraverso la ferrata Contessi.
Partiti fin troppo presto, in effetti, ma giunti al parcheggio lungo la strada... parcheggio da 2 automobili... abbiamo cambiato drasticamente parere.
Il sentiero s'inerpica subito e in breve si giunge alla ferrata, attrezzata con catene... le solite catene molli che in questa zona sono di casa.
Francamente non le gradisco.
La via è un cresta, la schiena di un immenso dinosauro la cui piccola testa coincide... al termine di un lungo collo... con il monte, sulla cui cima è appoggiato il bivacco circolare, una specie di piccola navicella spaziale scesa chissà da che nave stellare.
La via è impegnativa, giudicata difficile, ma le mie esperienze di ferrate lombarde mi fanno sempre diffidare di questa scala di difficoltà che trovo sempre un gradino più su di quelle dolomitiche.
I diversi "salti" impegnano in alcuni, brevi, punti dopo che che un sentiero impervio o di cresta accompagna al successivo.
Meglio?
Sì e no.
Meglio per chi decide di averne avuto abbastanza e prosegue per la cima sul sentiero... no, perché, a mio parere, comporta un calo di tensione e di concentrazione... no, perché almeno tre volte abbiamo mancato il "salto" successivo e siamo dovuti ritornare indietro per percorrere il segmento mancato.
E' stato divertente, intenso e completo per i vari passaggi affrontati.
Giunti al torrione molto difficile, il Torrione della Discordia... non ci siamo trovati d'accordo, io e la mia amica: titubanti all'inizio tutti e due difronte alla parete liscia lei voleva proseguire io mi sono tirato indietro: non per timore, ma piuttosto per l'eccessiva atleticità di un passaggio trasversale. 
Li gradisco poco, non mi ci diverto più.


Il panorama però era fantastico.
Lecco con la fine del suo lago, Valmadrera, il lago di Garlate e lontano i laghi di Annone... poi lontano, complice la giornata tersa, Monte Bianco e Monte Rosa...





Terminata la ferrata, abbiamo raggiunto il Monte due Mani lungo la cresta sulla cui cima la grande croce di vetta ci guidava senza fallo: una croce di vetta che abbiamo iniziato a ipotizzare come immensa visto che il tempo passava e la vetta non la si raggiungeva!











Per evitare l'impervio e eccessivamente faticoso sentiero di rientro, quello che segue lo sviluppo della ferrata, abbiamo optato per una discesa a valle verso il passo Olino intercettando la strada asfaltata.
Magari è stato un rientro meno montanaro, ma ci siamo potuti guardare attorno e osservare questo angolo di montagna fino a ieri sconosciuto.


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