Foto escursione sulla Bepi Zac: sentiero antico

Alta Via "Bepi Zac".
Via Ferrata "Bepi Zac"
Sentiero Attrezzato "Bepi Zac"
Questo stupendo percorso l'ho sentito descrivere in molti modi: per me è Sentiero Emozionale "Bepi Zac", oltre che Sentiero Storico.

Non affronterò la polemica che ha generato la messa in sicurezza di questo percorso di così grande importanza: i paesi nelle valli circostanti hanno fatto scempio di questo territorio ben più che qualche tirante e pilastro di cemento posizionato lassù, invisibili... e se il "pilastro" (che detto così po' sembrare a chi non l'ha visto alto chissà quanto) dipinto di rosso/rosa, beh, si tratta di pittura e quindi si può ridipingere in caso di ripensamento.

La Cresta di Costabella è la prosecuzione del Gruppo dei Monzoni, montagne meno blasonate di quelle vicine, che attirano migliaia di turisti, ma che racchiudono due itinerari di cresta risalenti alla Grande Guerra e per questo meritevoli di cura e approccio rispettoso.
La giornata non era particolarmente assolata, è stato un bene dovendo rimanere per diverse ore sulle rocce chiare tipiche della zona, ma un po' di inquietudine l'abbiamo comunque avuta.
Senza indecisioni siamo saliti con la seggiovia e abbiamo guadagnato a piedi l'affilato Passo delle Selle, dove sorge l'omonimo rifugio. Io preferisco chiamarlo con il nome tedesco: Bergvagabundenhütte (capanna dei vagabondi della montagna, mi dice il traduttore online). 
Non è poetico?
Non rappresenta tutti noi che amiamo gli spazzi montani e non ci sentiamo legati a nessun luogo in particolare, ma a tutti quanti?


Purtroppo non entriamo nel rifugio, ma ci dirigiamo per il sentiero storico che parte deciso in salita, aggredendo la ghiaia con l'urgenza di mostrarsi, di comunicarci tutto quanto è accaduto su queste cime, chi e come ha vissuto quegli anni drammatici: il cielo è fatto di chiaroscuri e rende ancor più emozionante la nostra "visita".
Entriamo silenziosamente nel passato, percorriamo la storia.


































Ed infine scendiamo, emozionati e affascinati. 
C'era un ultimo sforzo da fare, la salita alla Cima dell'Uomo, ma abbiamo preferito procedere lungo il percorso storico con calma, senza affrettare i  tempi, assaporando tutto quanto vedevamo: i panorami dolomitici sono ineguagliabili e non ci si abitua mai ad essi, sorprendono sempre e questo percorso è davvero unico.
Abbiamo osservato tutto quanto, abbiamo salito e disceso le creste, percorso i sentieri, ci siamo avvinghiati alla montagna e siamo strisciati, a volte, dentro i cunicoli che sono stati scavati in quegli anni bui, anni in bianco&nero: questo patrimonio storico appartiene a tutti e va conservato ad ogni costo.

Scendiamo, ritroviamo i colori, rivediamo il cielo azzurro e il dolce colore delle Dolomiti quando il sole le accarezza: ogni giorno è importante, questo ci ha emozionato in modo particolare.



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