Foto escursione mini trekking Val d'Avio: laghi e serbatoi

L'Alta Val Camonica divide a nord il Parco Nazionale dello Stelvio e a sud il Gruppo dell'Adamello: ci sono quindi mille motivazioni per frequentarla e per spingersi nel suo interno.
Di certo questa zona è ricca di laghi, di invasi creati per raccogliere un bene prezioso come l'acqua: purtroppo il ghiacciaio dell'Adamello, in questa torrida parte di secolo, è più un ricordo invernale e l'ambiente che i ghiacci lasciano è controverso, come frutto di un cataclisma. Ghiaie, rocce rotolate a casaccio e pendii rastremati dall'alto verso il basso dall'azione del ghiacciaio che trasporta a valle tutto quanto può nel suo lento divenire nulla.
Le prossime nevicate assembleranno nuovamente queste pietraie, provvisoriamente, in attesa di una nuova estate: è un gigante che non può più competere con il trascorrere del tempo.





Giunti al primo lago, già ben visibile la massicciata che contiene il lago Venerocolo sulle cui sponde sorge il rifugio Garibaldi, dopo un veloce consulto, decidiamo che non ci atterremo al programma ma che lo percorreremo in senso contrario: vediamo chiaramente il lago Venerocolo, non vediamo l'insidioso passo del Lunedì, anche se ne immaginiamo la posizione più o meno. Nel pomeriggio c'è la possibilità di piogge modeste, quindi decidiamo che, se proprio dovremo bagnarci, decideremo noi il dove non potendo decidere il quando. La giornata è un mix di elementi e se la montagna va rispettata e conosciuta, anche le bizzarrie del meteo vanno comprese e, se possibile, moderate il più possibile. Non conosciamo la zona, ma l'accesso al rifugio dovrebbe essere la via più facile dove sopportare la pioggia moderata... sempre che moderata sia!
Non ci sono nuvole minaccio se in cielo, siamo partiti con ancora la Luna che non voleva andar a illuminare altri luoghi, e quindi la scelta di far il più possibile nella prima parte della giornata appariva giusta.




Questi laghi sono davvero ingegnosi: tanti invasi non troppo grandi ad altezze differenti che si scambiano l'acqua. Sono laghi gestiti dall'ENEL, a scopo di produrre energia ovviamente, ma immaginandoli pieni rendono questa valle davvero incantevole.
Arrivarci non è troppo faticoso, ad eccezione della ripidissima prima parte su asfalto, ma giunti al primo lago, il lago d'Avio, il sentiero diventa montano a supera, senza troppo impegno, la morfologia terrazzata tra lago e lago.
Tutto quanto è incantevole.
E' la prima volta che vengo qui.




Certo, gli alte muraglie di cemento degli invasi possono sembrare un pugno in un occhio, ma sono un male necessario e chi va in montagna frequentemente è abituato alla loro vista: sono davvero pochi i laghi e laghetti completamente naturali.
E' la mancanza d'acqua il vero problema.

Eccoci all'ultimo invaso, sotto cui passeremo: il lago Pantano.
L'imponente barriera sembra un tutt'uno con la vertiginosa parete alle sue spalle, sembra una cattedrale gotica con immensi portali per accedere, soggiogati dall'austerità, alla cresta montana dietro esso. Le montagne ci avvolgono.











Iniziamo la salita al Passo del Lunedì.
Questo tratto di escursione è la parte "alpina", fatta di massi che durante l'anno si muovono e modificano il sentiero d'accesso dopo il disgelo: comincio a capire quale potrebbe essere il passaggio per raggiungere il lago del Venerocolo che rimane ancora dietro il costone montano e quindi risulta più semplice districarsi sull'immateriale traccia, scegliendo la via più logica e semplice.
La salita è breve e s'impenna improvvisamente fino al minuscolo passo, più una sella perchè con un passo si è subito dall'altra parte già in discesa su altre ghiaie e rocce rotolate.
Rispetto alla salita la discesa è molto più breve e cala velocemente sulla morena rocciosa del ghiacciaio: si intravvede il sentiero che ne taglia il fianco a mezza costa.








Dietro di noi il Passo del Lunedì è come una frana caduta a valle!






La chiesetta Madonna della Neve, un grazioso tempietto che, francamente, non mi è sembrato particolarmente ben inserito nel contesto, nell'austerità di queste grandi montagne che ondeggiano tra ghiaccio e pietre, tra bianco accecante e ruvido grigio: grazioso... un tempietto, nulla di più.
Solo l'abside, con dietro le montagne, mi piace. 






Durante la discesa a valle, sospinti dalle nuvole minacciose che s'andavano via via raggruppandosi, siamo stati colti dal maltempo previsto: una moderata pioggia ghiacciata, una grandine leggera forse, comunque nulla che ci abbia ostacolato o, soprattutto bagnato.
Rimbalzava, il meglio che ci poteva capitare visto che il maltempo era stato annunciato.
Brevemente finito il cielo ci ha regalato nuovamente il sole che ci ha accompagnato fino al parcheggio... non prima di premiare con una stella la giornata trascorsa.
Sì, una sola stella, ma vista la dimensione un voto davvero importante!

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