Foto escursione Creste della Mughera: il lago di Garda come protagonista
Di tutti i laghi del nord Italia, di certo il lago di Garda è il più prepotente: se ci fossero i Dieci Comandamenti Lacustri, il Primo sarebbe dedicato sempre a questo lago...o se ci fosse una squadra l'inno dei tifosi sarebbe "Un solo lago, abbiamo un solo lago!".
Più ci torno, più approfondisco le sue montagne e le valli circostanti e meno mi vien voglia di allontanarmene, viste le innumerevoli possibilità che sa offrire.
...e non solo le sue montagne, ma anche le profondità nascoste su cui sono sempre passato sopra...consapevole della loro esistenza benché invisibili alla mia vista.
Ma andiamo con ordine.
Vertical Extreme, percorso di salita impervia, diretta, fino alla cima del monte Mughera...una corsa montana nel bosco all'inizio e poi lungo le rocce sbriciolose e infide, rese sicure da corde e scalini metallici. Si parte con una sfida ben precisa: trovare il parcheggio a Limone sul Garda.
Non è semplice parcheggiare gratuitamente lungo la statale e nei meandri stretti delle vie abitate: sembra che un solo cartello sia stato acquistato dal comune, quello di divieto di sosta e fermata. Ci sono due bei parcheggi a pagamento vicino alla partenza, ma a noi piace la sfida, piace trovare alternative ove possibile e quindi saliamo lungo la valle Singol e allarghiamo, deformiamo l'itinerario ad anello previsto e partiamo dal fondo dell'ombrosa valle, dal parcheggio del ristorante La Milanesa, dietro cui esiste anche un'area fitness...perché sul Garda va bene il passeggio, ma è cool l'attività fisica!
Non ci sono le spiagge di Miami, ma qui su questo lago l'attività all'aria aperta è come una droga senza ripensamenti.
Non partiamo quindi "ventre a terra" sgomitando, ma affrontiamo la salita lentamente nell'abbraccio di questa valle che ci porta lontano dalle acque del Garda e dai sui indimenticabili scorci. La siccità di questi mesi ci permette di osservare le imponenti opere di contenimento messe in atto per gestire l'acqua che scivola a valle lungo le innumerevoli pietraie, trattenendo il più possibile le pietre. E' davvero impressionante vedere i terrazzamenti rinforzati da putrelle d'acciaio sovrastati dagli impluvi ghiaiosi ancora asciutti anche se, chi conosce il Garda, sa che qui le perturbazioni sanno essere molto violente e improvvise: il cielo si scurisce in un momento e non c'è più distinzione tra alto e basso: c'è solo acqua e grandine.
La val Singol porta alla cima Mughera, o lentamente con un percorso che sale dolcemente lungo una mulattiera o attraverso un percorso più diretto, per esperti, e noi, che eravamo venuti fin qui per la Vertical Extreme, abbiamo sempre scelto il secondo.
Ben presto i due percorsi perdono la loro identità e proseguono assieme...ma c'è poco da dire su di essi perché non appena si aggira un promontorio roccioso e il lago torna, maestoso, a rendersi protagonista.
Queste rocce, viste da lago, non sembrano particolari: la vegetazione ne maschera e ne addolcisce la ruvidezza, ma da vicino l'inganno viene svelato e ne si possono apprezzare le rughe antiche, i rimodellamenti operati dal tempo, le scalfitture.
Il lago è comunque sempre l'attrazione principale, tutto il resto è solo un alibi per fotografarlo da nuove angolazioni.
Nel tratto conclusivo le corde aiutano e danno sicurezza sul sentiero ghiaioso, infido e pronto a tradire...terra e ghiaia assieme diventano pericolosi anche per esperti escursionisti come noi, ma oggi è una giornata tranquilla: siamo partiti presto e abbiamo tanto tempo a disposizione...
Eccola laggiù la tonsura, la cerega per i cremonesi, dov'è collocato il cartello che identifica la cima. In realtà questa è poco oltre, dopo una brevissima salita verso l'artigianale croce lignea fatta di rami recuperati in loco...il che non toglie nulla al significato di chi la posta.
Dopo lo spuntino, meritato e tanto atteso e consultata la cartina per non sbagliare, scegliamo di raggiungere Punta Larici per il percorso più avventuroso possibile, cioè il percorso delle Creste della Mughera, inizialmente nel bosco e poi sempre su sentiero esposto.
Il lago sotto è blu e azzurro, la roccia una scogliera immane che ci sovrasta e scende a cercar di raggiungere l'acqua, si sgretola e biancheggia, riflette la luce del sole di maggio.
Sull'acqua, oltre Limone, il vento la fa da padrone e la superfice del lago si popola di silenziose barche che sciamano al largo.
Punta Larici
E poi c'è la discesa, una sorta di Vertical Extreme al contrario, una sciata controllata dove la concentrazione è il bastoncino più importante e, se persa, c'è la caduta: è stata forse la parte più impegnativa, meno rilassante e più intensa, con il lago che sopraggiungeva verso noi a forte velocità, riprendendo le proporzioni a noi usualmente conosciute (il lago in basso e le montagne sopra di noi). Il suo fascino, però, non ne ha risentito.
Messi i piedi sull'asfalto, Limone spunta lontano, separato da noi solo dalla terribile statale e da ben due gallerie da percorrere...se non che, dalle profondità nascoste al transito automobilistico e invisibile agli occhi della statale, ecco una spettacolare passeggiata ciclopedonale lungo lago...romantica con la persona giusta.
Una passeggiata di alcuni chilometri con il traffico che è solo un fruscio lontano, indistinguibile, con la roccia che retrocede per consentirci il passeggio: un bel rientro, il coronamento di una giornata al lago per monti, cengie, creste e...passeggio turistico.
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