Foto escursione 18 febbraio: solitaria Val Gardena
Dolomiti... Val Gardena.
Non c'è molta neve in effetti, ma ad Ortisei la coda degli sciatori è comunque presente: la gestione delle piste da sci è una scienza che qui viene applicata nel migliore dei modi e, in effetti in lontananza, vediamo i puntini scuri che scendono zigzagando sui corridoi bianchi. Dove siamo noi, non c'è nessun altro.
Le ciaspole le abbiamo lasciate a casa, un inutile peso che già in Lessinia avevamo portato giusto per scrupolo: è quindi iniziata la stagione, che credo molto breve, dei ramponcini per superare l'ultima neve rimasta. Presto potremo abbandonarli per calzature più leggere, per affrontare la primavera ormai alle porte.
L'ultima neve la vogliamo veder ammantare le Dolomiti.
Sassolungo e Sassopiatto
L'escursione è molto panoramica fin da subito e sale al Monte Pic per poter spaziare a 360° sulla Val Gardena. La neve è soffice, cerca di resistere nel freddo che non convince, alla luce solare che viene mascherata da una leggera nuvolosità che falsa i colori senza accenderli: queste montagne sono comunque sempre affascinanti.
Saliamo senza pericoli, le tracce sono chiare e solo quando sfioriamo il filo di cresta, dopo aver lasciato la baita Seurasas, ci spostiamo sull'erba del pendiio... allontanandoci da un pericolo che non sappiamo quantificare. La salita, in questo modo, risulta faticosa e disomogenea... ma arriviamo alla meta, che è la cosa più importante.
Il Monte Pic è segnalato da una panchina, non dalla solita croce di vetta. E' un piccolo rilievo, quasi invisibile, ma uno splendido punto di sosta e di contemplazione: bisogna sedercisi sopra per capirne l'importanza. Se non ci fosse, inevitabilmente si passerebbe oltre, si raggiungerebbe un altro punto di sosta, un'altra cima magari ma meno centrale: da quella panchine, rivolta verso il Gruppo del Sassolungo, sostare è rigenerante.
La luce è un ingrediente importante e, filtrata dalle nuvole stratificate disomogenee, crea su questo panorama dolomitico differenti emozioni montane: il Gruppo del Sassolungo grigio e plumbeo da sembrar corrucciato, il Seceda e le Odle ambrate e calde come un'abbraccio.
E' la stessa identica roccia, emotiva come un'essere umano.
La maestria degli intagliatori gardenesi
Noi
La neve è una spuma inconsistente che si adagia soffice sull'erba
Durante la discesa effettuiamo una breve deviazione per raggiungere uno splendido crocifisso intagliato: la Croce di Crujeta da cui, accomodati sulla panchina sottostante, è possibile ammirare lo splendido panorama di Ortisei.
Anche questo è uno splendido lavoro di intaglio ligneo, facilmente raggiungibile dal parcheggio (si trova a circa metà percorso per la salita al Monte Pic): non si rimane indifferenti al tormento rappresentato.
L'escursione termina, il Gruppo del Sassolungo rimane corrucciato e grigio, la neve che ne riempie le fessure sembra più fredda di quella che stiamo calpestando: io contemplo il Sassopiatto là a sinistra, da dove si scende da una ferrata che non ho mai fatto... chissà... l'anno è appena iniziato.
Commenti
Posta un commento