Foto escursione Capanna Mambretti
Escursione in media Valtellina, alle spalle, lato Orobie, di Sondrio.
Per noi di Cremona è l'eterno problema: passo da Milano via Monza/Lago di Lecco... o via Bergamo/Lago di Lecco... o via Brescia/Lago d'Iseo/Passo dell'Aprica?
I chilometri sono diversi, il tempo previsto praticamente lo stesso... e allora che fare???
Val Camonica e Passo dell'Aprica, esageriamo!
Fa caldo già al mattino, ma il cielo non è, giunti a Brescia, così terso come mi aspettavo: la nuvolaglia notturna non s'è ancora dispersa e staziona, indolente e indecisa, sopra le valli. Ci sono sprazzi di sereno, ma non sembrano così agguerriti come vorremmo. A Monno, ormai in Val Camonica, qualche goccia di pioggia... poca cosa, giusto quello che serve per un rapido riesame, tardivo, di quello che s'è messo nello zaino: pile? Ce l'ho! Giacca? Ce l'ho! Poncho? Anche!
... chissà se l'avranno fatto anche gli altri con l'identico risultato.
Al Passo dell'Aprica il cielo sembra più intenzionato ad aprirsi, per strada i turisti pronti per le loro escursioni sono in pantaloncini e piumino: 16° dice la mia auto, mica è iniziato l'inverno!
Comunque facciamo sosta per la colazione e per respirare una temperatura 20° meno della pianura.
Nota gastronomica: al bar Moderno fanno un orzo speciale!
Raggiungere il parcheggio, deserto, ci fa sentire come il proiettile nella canna del fucile: la strada è stretta stretta, o si sale o si scende.
A quell'ora... si sale e basta.
Incomincia a piovere.
Le previsioni davano una leggera possibilità nel tardo pomeriggio, chissà perchè questo antipatico anticipo! Comunque, oltre alla leggera possibilità prevista, la pioggia è davvero leggera, con qualche goccia più grande delle altre, ma poche in effetti. Qualcuno si copre, io e altri copriamo almeno lo zaino e ne accettiamo la presenza via via più discreta... fino a sparire del tutto.
Innocua.
Ecco, questo racconto inizia parlando di cose quasi dimenticate in questa estate: il fresco e la pioggia leggera.
Torniamo ai fatti escursionistici.
La val Caronno è davvero selvaggia, la stradina d'accesso non facilita ma, fortunatamente, protegge. La diga di Scais, che abbiamo circumnavigato inizialmente, è una perla turchese di rara bellezza. Le Orobie che si aprono dietro di essa sono selvagge, perchè nascoste da altre più conosciute del lato bergamasco: Scais e Redorta, alte uguali come fossero gemelli giganti, monopolizzano l'orizzonte..
Il cielo in evoluzione ben s'intona con la tranquilla solitudine che proviamo, quell'esclusività che molte escursioni ci fanno provare quando usciamo un pò dalle destinazioni note: diventa sempre più difficile trovare luoghi solitari, ma ci proviamo.
La salita ben presto s'accentua e sbuchiamo all'Alpe Caronno, un piccolo alpeggio che vende quanto produce. La recinzione in filo ci trae in inganno: attraversiamo il ponticello e ci dirigiamo verso le montagne... un pò troppo direttamente capiamo dopo poco. La giornata inizia a diventare soleggiata, la deviazione, tra le chiacchere del gruppo soddisfatto della zona, risulta innocua come tutti gli imprevisti di questa giornata di pace.
Il rifugio Capanna Mambretti sorge... orgoglioso, mostra il petto con soddisfazione a chi lo raggiunge. Il poggiolo su cui sorge è davvero grazioso e panoramico, i particolari rossi vivacizzano le montagne selvagge dietro di esso, il sole che va e viene pennella chiaroscuri sui muri con inserti in pietra: pur non essendo gestito è molto accogliente, invita ad entrare, a far tappa.
Ci sediamo sul fianco, dove soffia il vento maggiore: è un vento fresco, non fastidioso, ed asciuga magliette e fatica.
Non si vorrebbe andar via.
... ma bisogna rientrare.
Le nuvole s'aggregano minacciose, l'ora della pioggia prevista si avvicina e quindi rientriamo a valle per lo stesso itinerario. Senza far deviazioni arriviamo velocemente al parcheggio: c'è il tempo per osservare un'insolita caratteristica erosiva che l'acqua genera, le Marmitte dei Giganti... piccole polle dal guscio roccioso che, crollando con il passare degli anni, lasciano delle incisioni rotonde come eseguite da uno scavino da cucina che ne ha prelevato una pallina per chissà che preparazione.
Il parcheggio si popola, nascono tende e tendoni e arrivano nuove auto che trascorreranno la serata.
Noi ripartiamo.
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