Racconto Sentiero Attrezzato dei Tecett e Sentiero Attrezzato dei Pizzetti
Pasquetta... insolito lunedì di sole.
Si dice sempre che se "fa bello alle Palme, piove a Pasqua".
Mmmm... alle Palme, sul Monte Faiè non fosse stato per il vento forte forte sarebbe stata una giornata fantastica, quindi una Pasquetta così di sole come abbiamo trovato è stato un bel regalo.
Pasquetta: o gita fuori porta o grigliata... o gita fuori porta per grigliata, gli ingredienti sono quelli lì.
Noi no, noi... no... noi... no...
Gita al lago di Lecco, escursione metallica sulle pendici del Monte San Martino, sole (tanto sole al ritorno per la giusta grigliatura), la carne i nostri muscoli, il condimento un pizzico di timore e un'ombra di spavento e come bibita per festeggiare l'entusiasmo prima e durante e alla fine: obiettivo raggiunto!
Notata per la prima volta che una galleria della superstrada del lago si chiama proprio Tecett, giungere al parcheggio è stato alquanto complicato: trovandosi in un limbo geografico condiviso da Lecco e Abbadia Lariana i navigatori stradali si sono sbizzarriti... essendo ancora giornate sante non abbiamo trasceso.
La partenza, una volta raggiunta, è molto chiara: il sentiero sale nella boscaglia sotto l'incombente parete (incute timore, non ci sono dubbi... Sentiero Attrezzato, vero??? Non Ferratona!). Ad un certo punto le indicazioni si moltiplicano, compaiono cartelli lignei appuntiti con tutti nomi di falesie che nulla hanno a che fare con noi: non leggo mai i nomi delle vie di arrampicata, perché o hanno nomi inquietanti o falsamente indulgenti (ricordo solo un via "Duracell" non credo perché su quarzo rosa, ma forse per la... durata???).
"Sbattuti" contro la grande parete, deviamo e incontriamo i primi ferri: catena... non mi piace, ma qui è così.
Pian piano, trovata la giusta alternanza tra di noi, tra chi ne sa poco o nulla e chi ha già esperienze, partiamo.
Beh, dai, il panorama si svela pian piano... qualcuno magari non lo ha notato... e all'ombra della parete saliamo al fresco. La via si sviluppa senza aiuti, la catena più che servire servirà nel caso peggiore, e si possono mettere le mani qua e là per prendere confidenza: la roccia è ruvida, non s'arrende al trascorrere del tempo e graffia e aiuta. La via, questo primo settore, non inventa nulla e segue la logica della parete seguendone le fratture e gl'incavi: non ha quell'afflato di voler conquistare la parete con la forza, ma con la perseveranza.
... e poi ci si trova nel bosco, tra segni sbiaditi e ometti di pietra congelati sul posto mentre tentavano di spostarsi... perchè non ci conducono proprio dalla parte giusta. Ad un certo punto risaliamo un canale pietroso, terroso e foglioso sotto lo sguardo ironico del segno alla nostra sinistra che nessuno aveva scorto: c'è quel bel gioco sulla Settimana Enigmistica che devo ritornare a fare, quello con i puntini da unire!
Ripresa la rotta, si sale... si sale... si sale... oh, si sale ancora... si giunge a un segnale che indica che siamo sulla via giusta... poi si sale... si sale... sempre con l'imbrago indosso, il casco che comincia ad essere fastidioso e ste corde inutili... poi si esce al sole e si possono contemplare le montagne del lago, quelle sopra di noi ancora lontane e un bel palo indicatore con nulla, all'apparenza, di utile per noi.
Saliamo, per me la salita è sempre la scelta migliore e ritroviamo le catene, lucenti di nuova vita: bene!
... no, al bivio bisognava scendere e così comincia la cavalcata tra colli e sellette con cui, ammutinamento evitato, giungiamo al rifugio Piazza: sosta.
Massì dai, siamo tutti contenti: qualcuno (generico) s'è un pò disunito in salita e non ha guardato il panorama, altri (sempre generico) non hanno gradito le discese tra le varie sellette ed ha riscoperto l'antico piacere di gattonare... ma abbiamo ripreso confidenza con questa attività.
Al ritorno scendiamo per il Sentiero Attrezzato dei Pizzetti, quello che qualche anno fa volevamo percorrere in salita, ma avevo mancato la giusta partenza e avevamo integrato la giornata salendo il monte San Martino.
Mica male i Pizzetti!
In poco e si è sulla roccia, il lago s'apre maestoso e la catena punta decisamente in basso: la parete incombe, intorno a noi la giornata di sole. Anche questo sentiero non ha aiuti e accarezza la parete senza violarla più di tanto. Discenderla mette un pò più a nudo le paure, ma accende la sfida di portarla a termine. Anche questo sentiero ad un certo punto diventa imprevedibile, discende la parete sul grigio granito portandoci a far sosta su piccoli terrazzini... ma almeno il percorso è inequivocabile.
Il rientro diventa quindi emozionante, il sentiero nel bosco la malinconia di aver terminato la nostra "grigliata" ma la stanchezza si fa presto sentire e, giunti al termine del bosco... la passeggiata lungo un tratto asfaltato in leggera discesa del Sentiero del Viandante, la possibilità di mettere al loro posto emozioni, timori e... acido lattico.
Una bella giornata, le nostre.
Commenti
Posta un commento