Foto escursione Monte Faiè da Bracchio

Distretto Laghi, Verbania.
Dopo un ripensamento circa l'orario della partenza, adoro partire alle 5:00 ma non è ancora arrivata l'escursione giusta, arriviamo in una silenziosa Bracchio. Mancato il bar per la sosta_caffè si presumeva che nel paesetto sovrastante Mergozzo ci fosse un ristoro aperto: vana speranza... eppure un caffettino lungo e bollence ci sarebbe stato benissimo!
Ci scafandriamo e cominciamo la nostra avventura da velisti... sì, per la presenza costante, invadente, ostile del vento.
Prima della partenza guardo la grossa palma al di là del muro, la casa è dal lato opposto della strada rispetto al parcheggio dove ho lasciato la mia auto... una dei primi posti: faccio pensieri positivi e raggiungo gli altri che, non so se hanno così tanta voglia di iniziare l'escursione o sono sospinti dal vento, sono già lontani.
Bracchio è un paesetto carino, fatto di vie anguste che rubano spazio alla montagna, le auto sembrano come proiettili dentro una canna quando le percorrono, ma non c'è in giro nessuno: solo noi e i... sussurri del vento.





"C'è una strada nel bosco..."
La mulattiera di sassi sale con costanza, strappa poche volte, e ha quel curioso avvallamento nel centro che mi fa ricordare un'altra famosa strada montana, percorsa diversi anni fa: la Via Vandelli.
Il bosco è rigoglioso, a volte inquietante, perchè i rami spezzati si insinuano tra le sterpaglie tornando ad essere parte degli alberi da cui sono caduti o sono stati strappati dalla forza degli elemENTi... perchè alcuni di questi alberi bitorzoluti, ondeggianti... forse sotto la forza del vento... mi riportano nell'universo fantastico di Tolkien.











Infine sbuchiamo all'Alpe Vercio, a 800 metri di quota: un balcone assolato con una vista spettacolare sui tre laghi: Orta, Maggiore e Mergozzo. Troviamo anche un eremo, chiuso purtroppo, ma siamo incantati dal panorama della valle, delle montagne che cadono nei laghi dalla forma sinuosa rilucenti nel sole.



Un Ent strappato dal terreno




Prima sosta al sole, ma soprattutto, al riparo da un muro: la ricerca di muri che fornissero riparo è stata l'attività principale da un certo punto in poi...


Già... dev'essere dura vivere così isolati...



E poi arrivò il vento, quello vero, quello che era previsto ma che credevamo di aver schivato e che si fosse attenuato: cambiato versante siamo stati colpiti, aggrediti, e c'è stata solo la salita e il freddo che ci strappava i vestiti, che gonfiava laddove riusciva a insinuarsi. Il boschetto lassù era la nostra salvezza, avremmo cambiato versante, saremmo stati al riparo... non è accaduto.
Anche rivestirsi non è stato facile, perche niente poteva essere lasciato posato a terra!




Non è l'obiettivo sporco, ma le foglie secche in volo!



La nostra salvezza!
Questo borghetto estivo, tra l'abbandonato e non, ci ha fornito almeno un muro che ci ha riparato dal vento che sembrava aumentare, non ancora appagato di quanto fatto fino ad ora.
Seduti tranquilli abbiamo ritrovato il buonumore, la giornata è tornata serena e... beh... sappiamo sempre sorridere di quanto capita.



Obiettivo raggiunto!



Si pensava di averlo mancato e invece era lì, sopra di noi da cui godere di un panorama davvero mozzafiato: chiedendo aiuto a internet tutto il Distretto Laghi s'è potuto comprendere. 


Rifugio Fantoli, Alpe Ompio





Eggià, perche tutta la giornata, tutta l'escursione è stata ai margini della Valgrande, un'area di grande pregio e interesse escursionistico davvero ben tenuta e ben organizzata. Niente di sfarzoso, ma le aree escursionistiche sono ben segnate... poi c'è il cuore wilderness integrale, dove non siamo ancora stati.



L'escursione si chiude tranquillamente, la discesa dall'alpe Ompio a Bracchio percorre i boschi gravidi di foglie che in alcuni punti hanno mascherato zone di terreno scivoloso. La salita al monte Faiè in alcuni punti, salendolo come discendendolo, ha avuto connotati comici: lasciata la neve dell'escursione al lago delle Stellune siamo tornati a sprofondare, ma nelle foglie secche!

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