Foto escursione rifugio Mirtillo

Terza puntata, terzo "movimento", terza escursione entro sei mesi nello stesso luogo: il passo della Manina.
La prima volta a ottobre, con il gruppo visto che in inverno, causa la troppa neve, ero stato dissuaso ad andarci. Salita dalla Val di Scalve, da Nona, e poi su a salire il Monte Sansa.
La seconda volta sul finire dell'anno, da solo, sempre dalla Val di Scalve ma solamente fino al rifugio Case Rosse: la ripresa dopo la convalescenza imponeva prudenza... sopratutto sui pendii carichi di neve fresca.
Il terzo episodio è questo, saliti dalla Val Seriana... da Lizzola... dal freddo di Lizzola che aveva conservato con i denti e con la sua tremenda ombra la poca neve caduta: congelandola.
Perchè così tante volte in così poco tempo?
Questo è un angolo delle Orobie che adoro e la vista dal passo merita davvero una giornata iniziata a -4°.
Ramponcini, le ciaspole per ora rimangono ancora in cantina.








Il sole è al passo della Manina e la salita, intensa e ghiacciata... spinti dal freddo del pendio ancora in ombra, è stata breve: le due croci osservano le due valli e le alte montagne lombarde.



E' vero, la neve non è molta, ma proprio la non abbondanza ci ha permesso di effettuare in sicurezza questo itinerario sotto i pendii scoscesi riscaldati dal sole: come dicevo, l'inverno scorso ero stato dissuaso a percorrere quell'itinerario per un serio pericolo di distacco. Mi era stato proposto di raggiungere il rifugio Mirtillo risalendo la pista da sci... con gli impianti chiusi si poteva anche fare, ma è solo una faticaccia: si perde il seguire del sentiero le forme del pendio o del monte se ne cammina sulla cresta, si perde il cambio di prospettiva se ci si inoltra nel bosco, si smarrisce l'appartenere, passo dopo passo, a quanto attraversiamo. La pista è più che altro una forzatura, un trovare l'inclinazione per la velocità, non per andarne ad ammirare le forme.
... e noi le forme le abbiamo percorse con il nostro passo, senza fretta e, anche questa volta, lontano dalla folla.









Dopo la pausa, al riparo del vento che ci ha quasi sempre fatto compagnia, ci siamo regalati una nuova salita per raggiungere una croce... un punto di arrivo per la nostra inesauribile curiosità.
Si diventa così andando per monti: se c'è una salita vicino e c'è tempo... ma anche una discesa per chissà dove scatena la curiosità!








Manutenzione ramponcini: ci attendevano lunghe onde di ghiaccio liscio, blocchi di ghiaccio incastrati tra le punte sarebbero stati pericolosi e quindi bisognava rimuoverli.
Tutti aiutano tutti.


Lizzola al mattino è come Lizzola alla sera... almeno in inverno.
Il terzo episodio è terminato... per ora.


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