Foto escursione alla Malga di Romeno 1763 m



Escursione perfetta quella alla Malga di Romeno, piccolo borgo di quella parte della Val di Non poco conosciuta, quella minore ma maggiore per la produzione di mele… le famose mele della valle. Ci si arriva dopo essere passati da San Romedio e forse proprio l’illustre borgo rallenta, fino a fermarla del tutto, l’esplorazione turistica delle valli minori, borghi tranquilli dove il tempo scorre senza corrersene via.
Anche noi però si è disdegnato il comune di Romeno ed invece che dalla parte trentina abbiamo raggiunto la Malga dalla parte altoatesina: non dalle famose e profumate mele, ma dagl’altrettanti importanti vigneti della zona di Caldaro i cui vini parlano dei luoghi, delle genti che vi risiedono e delle loro lingue coltivate costantemente come i frutti succosi delle terra.
Siamo saliti da lì perché volevamo dare un valore in più all’escursione, salendo al Passo della Mendola con la famosa funicolare che dal lontano 1903 supera il dislivello di 835 metri tra il lago e i vigneti con la montagna e i suoi boschi luminosi.
Inverno, febbraio è ancora inverno… è il centro esatto dell’inverno… e il cielo grigio rifletteva l’abbondante neve caduta più volte in settimana, finanche l’ultimo ritocco del venerdì, giusto per ammantare il verde dei pini ritti in contemplazione delle Dolomiti dall’altra parte della Piana Rotaliana, della Valle dell’Adige.
Escursione perfetta, magica quasi… tanto che mentre ciaspolavamo nel silenzio del bosco carico di neve, il grigio del cielo che non scendeva a rendere spettrale il nostro cammino ma se ne rimaneva lassù a cancellare i colori, stranamente non sentivamo freddo. Per quanto grigia fosse la giornata, per quanto alta fosse la neve tutt’intorno a noi… non sentivamo freddo, quasi non sembrava inverno… sembrava il bosco entro cui Jadis, la Strega Bianca delle Cronache di Narnia, passeggia con l’ampio cappotto aperto a mostrare il candore del collo di cigno fino alle spalle: il freddo è suggerito dalla presenza della neve, ma lei non lo avverte.
Anche noi abbiamo passeggiato lungo la carrareccia che, senza troppo impegnarsi, sale alla Malga, transitando davanti alla locanda Genzianella, dall’aspetto dismesso, e dal rifugio Mezzavia, idealmente posto a metà strada tra il Passo della Mendola e il Monte Roen… un’eco di un regno caro a Tolkien, amico di quel C. S. Lewis che scrisse di Narnia.
La neve, il silenzio, la montagna non ostile fa sognare.



Non è stato un sogno la cucina della Malga: l'abbondanza delle porzioni e la cordialità discreta con cui siamo stati accolti. Arrivarci così serenamente, affamati sì ma non stremati nè dalla fatica nè dal freddo, ci ha fatto vivere quella sosta meritata con leggerezza: non naufraghi arrivati all'insperato approdo, ma un'allegra brigata affamata... forse ancora incredula della strana giornata che stava vivendo.



Il sogno è continuato al ritorno, dopo aver mangiato una voluminosa fetta della torta Foresta Nera: tutta la neve che vedevo mi ricordava la panna appena mangiata... la torta più a tema con la giornata perfetta.



Lo sprazzo di sereno, che ha caricato di colori l'altopiano della Mendola, s'è richiuso con il tramonto
che si stava preparando ad entrare in scena. Le Dolomiti lontane si andavano via via richiudendo, ad alcuni monti non abbiamo avuto il tempo di dar loro un nome che furono obliati, rese indistinti.
La valle, laggiù sotto le nuvole, non ha vissuto la nostra escursione perfetta.




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