Foto escursioni monti di Arsiero - località storica
Non è per il momento storico, per quanto sta accadendo vicino a noi, al confine di quello che consideriamo occidente... nell'accezione di moderno, progredito e geograficamente stabile... ma l'escursione non è stata solo una bella giornata tra amici, un'escursione su montagne sconosciute: vedere questi boschi sani, questo territorio tranquillamente vissuto e respirare la sensazione di essere in pace ci ha preparato alla visita di ciò che ancora rimane del primo conflitto mondiale avvenuto in questo territorio.
Non lo scrivo con le lettere maiuscole, come si dovrebbe: non gli voglio dargli importanza, rilevanza o inserirlo nei grandi momenti storici che hanno cambiato il corso della storia. E' stato un'avvenimento drammatico, uno dei tanti avvenimenti bellici che la storia dell'uomo ha compiuto: maggiore è il potenziale distruttivo a disposizione, maggiori sono le devastazioni in termini materiali e di vite che si compiono.
Quello che va ricordato è che nessuna guerra termina, ma s'interrompe solamente per spostarsi altrove: meglio guerreggiare in casa d'altri che nel proprio cortile.
... e dunque, in una splendida giornata di sole, dove solo l'aumento delle temperature era il nemico atteso, siamo saliti verso il Monte Cimone, sopra Arsiero, dalla pianura vicentina.
Queste montagne, coperte di boschi, nascondono segreti che se non si sale non si scorgono, non s'immaginano e, scoperti, lasciano esterrefatti e attoniti.
Il sentiero si struscia contro la roccia, s'intrufola diventando quasi traccia... s'insinua forzando la natura e, appena possibile, crea grotte e ripari per i soldati di allora che, da quassù, controllavano... ???
Non sò... io ci provo sempre quando percorro queste postazioni a immedesimarmi, a dire "Sì, anch'io avrei scavato questo ricovero proprio qui", ma non ci riesco mai: non riesco a connettermi con la logica di allora, con la logica delle trincee, con la logica del controllo delle valli, con la logica della guerra.
Le guerre cambiano, almeno le loro strategie, ma i risultati che lasciano sono sempre gli stessi: dolore.
Il Monte Caviojo con in cima il bivacco Vettori
Per raggiungere la cima una scalinata con passamano d'acciaio, poi una breve via attrezzata: era prevista, nello zaino tutto il necessario per assicurare chi non si fosse sentito sicuro ma non è stato necessario... con pazienza, la tranquillità del gruppo e quella voglia innata di fare un pò di più, di osare con moderazione e tutti siamo arrivati in cima!
La vetta del monte Cimone con la guglia dell'Ossario
Ridiscesi dal bivacco ci siamo diretti verso il Monte Cimone, attraversando Quota Neutra, terra di nessuno tra i due belligeranti di allora: un dedalo di gallerie, un'erta salita gradinata che s'avvita nella montagna come un cavatappi strappandone la polpa per lasciarci il passo. E' un'opera straordinaria, rapportata all'inizio del secolo scorso davvero eroica.
L'interno è buio e spesso rimaniamo interdetti quando ci troviamo davanti ad alcuni bivi: c'è quasi una città là sotto, ma la galleria principale sale e noi saliamo aiutati dalla provvidenziale corda che ci permette di affrontare i gradini, spesso lisciati, in sicurezza.
Troviamo moltissime camere e postazioni per cannoni, giochiamo d'immaginazione cercando di far rivivere questi luoghi spogli e duri... duri come sarà stata la vita quassù durante le stagioni del conflitto. La puoi anche leggere, la storia degli avvenimenti di questi luoghi, ma vedere tutto questo dopo che li hai raggiunti come allora, a piedi, è tutto un altro sentire, un altro capire... e la vita serena che scorre a valle non è la giustificazione, ma l'alibi.
Ogni guerra ha il suo alibi e la storia la scrivono i vincitori.
L'odio rimane, non se ne va mai.
Dal Monte Cimone, dove una "mina" (camera piena di tritolo realizzata sotto la postazione nemica) sconvolse la sua cima creando un cratere di 50 metri e profondo più di venti (più di 1100 militari italiani morirono, tra ufficiali e truppa) scendiamo a valle: il versante è differente, ma le grotte, i cunicoli e i baiti nel bosco sembrano gli stessi percorsi in salita.
La guerra genera morti, ognuno tributa ai propri i giusti onori... ma di qualcuno erano figli e mariti, le lacrime hanno lo stesso sapore per tutti.
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