Foto escursione Monte Guglielmo
Doveva essere, ma non è stato.
Partiti presto per la vicina Zone, sopra il lago di Iseo e famosa per le Piramidi di Terra, nella fresca giornata di quasi inizio primavera, ci siamo incamminati per il Monte Guglielmo, montagna tanto cara ai bresciani. Il Golem, come viene chiamato affettuosamente, è un crocevia di sentieri e carrarecce: abbiamo scelto la via più lunga.
La mancanza di altri escursionisti è stata compensata, attraversando in forte salita tanto da farci impensierire se fosse perdurata, il Bosco degli Gnomi, opere lignee di un artista locale.
Gnomi, animali del bosco e immaginari, personaggi fatati e incubi in attesa: una folla di quasi cinquanta opere, alcune ricavate dando vita alla natura apparentemente sconfitta.
Fortunatamente l'erta via, su viscido acciottolato, ci dava tregua e la salita prendeva un ritmo tranquillo, anche se insistente... costantemente insistente... continuamente insistente.
Fuori dal bosco il sole era venuto ad accoglierci: solo lui però, perché le temperature, almeno quelle percepite, per tutto il giorno non erano riuscite a trovare una buona sintonia con il cielo azzurro... azzurro sopra di noi, perché lo splendido lago di Iseo, con la sua monumentale Montisola, rimaneva nascosto tra l'azzurro dell'acqua e quell'opaca bruma azzurrina: le forme si riconoscevano, ma i particolari sfuggivano.
Davanti a noi, la direzione era ben definita.
Rifugio Almici e, dietro ben visibile, il monumento al Cristo Redentore sulla cima del Monte Guglielmo
Dopo una salita pressoché solitaria, ad eccezione di un fortuito incontro con alcuni ciclisti che, scendendo, ci hanno risolto, ritrovandolo, lo smarrimento di un oggetto d'uso comune, compagno quotidiano anche di chi non ne è particolarmente schiavo...
... il cellulare!!!
... dicevo, dopo la salita pressoché solitaria ecc. ecc. sul monte abbiamo trovato molte persone che l'avevano salito da altri itinerari: chi era salito con la famiglia, chi di corsa in pantaloncini, chi in gruppo senza maglietta (ho avuto per tutta la giornata le bacchette ghiacciate... boh, secondo me quello non aveva nello zaino due thermos di tisana calda come avevo io!)... comunque tutti noi e tutti loro eravamo soddisfatti di noi stessi.
Il Guglielmo è una bella escursione, senza tante pretese alpinistiche, sportiva se lo si vuole, moderatamente tranquilla in caso contrario.
La vista, se non c'è foschia, è davvero pregevole e poi è veramente a due passi da casa, anche per noi.
Quello che doveva essere era l'Anello delle Tredici Piante.
Dalla cima del Guglielmo, ridiscesi al rifugio Almici e poi alla Malga Palmarusso Alta avremmo dovuto percorrere la cresta che scendeva a questo particolare roccolo e poi, con un largo giro, ritornare a Zone.
Avremmo dovuto, ma la discesa per raggiungere la larga cresta passava attraverso alcuni tratti rocciosi angusti e in forte pendenza su un misto di fango e neve. Dopo averne disceso un bel tratto ho valutato che la sicurezza stava venendo meno e la possibilità di compiere un errore troppo alta.
A malincuore, come ogni volta che mi è capitato di desistere, siamo ritornati sui nostri passi e siamo ridiscesi dalla stessa via.
Sarà, forse, per un'altra volta... anche se il simpatico barista, dove abbiamo recuperato il cellulare smarrito/ritrovato, mi ha sommerso di consigli, di itinerari che le Tredici sono scivolate in coda.
I proprietari del Bosco usciti a salutarci.
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