Foto escursione Alpe Piazza e Monte Lago
Dallo spazio il mondo è azzurro e bianco, da quaggiù... beh, vedete un pò voi!
Valle del Bitto, Orobie Valtellinesi, è una valle che non conosco bene. Arrivato in Valtellina in genere mi dirigevo a nord: Valchiavenna, Val Masino, Val di Mello, Valmalenco... le aspre montagne lombarde, alcune di confine. La Valle del Bitto invece si insinua a sud, verso le Orobie, questo gruppo montuoso in condivisione con la provincia di Bergamo: mi piace scoprire ciò che non so.
L'escursione si preannunciava tranquilla: non molto dislivello, carraia da percorrere fino al rifugio Alpe Piazza (aperto). Il mio gruppo è abbastanza numeroso ed eterogeneo, come sempre accade quando le difficoltà sono medio-basse.
"Giunti al rifugio se le condizioni saranno ottimali si prevede... ecc. ecc." che lascia margini di decisione, come è giusto che sia. Avrei dovuto scrivere sì prevede, accentato, affermativo... perchè le condizioni sarebbero state ottimali, la giornata pure, l'entusiasmo come sempre il motore da corsa che abbiamo dentro e la cresta... la cresta del Monte Lago una linea perfetta che saliva velocemente verso il cielo.
Ma andiamo con ordine.
Partenza dal parcheggio e prima salita lungo la carrareccia: la abbandoniamo deviando a destra (da ricordare questo particolare) per salire nel sentiero boschivo, gravido di foglie. Tagliamo direttamente verso le malghe, disabitate in questa stagione, gioielli rurali di cui è difficile non innamorarsi.
Il panorama è davvero spettacolare!
Ben presto arriviamo al rifugio, senza affaticarci e nei tempi previsti. Da qualche anno non porto più l'orologio: l'escursione si srotola lentamente con un proprio ritmo e noi, attori di quel giorno, ne seguiamo le battute.
Inutile interferire.
Dal rifugio calziamo i ramponcini, la neve è finalmente presente per essere calpestata, in questo inverno così asciutto, e il secondo obiettivo, il bivacco Legui, sporge da un vicino dosso.
20 minuti, recitano le indicazioni: lo raggiungiamo in meno e a quel punto... la cresta appare in tutta la sua bellezza.
Bivacco Legui
La cresta del Monte Lago
Devo ammettere che non sono un grande estimatore delle vette, mi affascinano le forcelle perché aprono la strada ad altri panorami, sono porte d'accesso affinché il mio cammino non si fermi, non abbia fine. Le vette sono un obiettivo da cui dominare con lo sguardo tutto ciò che ti circonda e sono, perché no, una conquista.
Più che la vetta mi affascinava la cresta.
Che dire... pochi tentennamenti e via per questa esperienza invernale. La cresta monopolizza gli sguardi e capita che una baracca, una legnaia, che spiccava nel bianco candido della neve non sia stata vista e sia diventata motivo di sorpresa al ritorno: "Ma siamo passati di qui? Ma c'èra?".
Giuliano, indomito.
Ma c'era all'andata?
La traccia di risalita è definita, rimontiamo un gruppo più numeroso che ci lasciano il passo perché le pendici della cresta sono larghe e non iniziano ancora ad assottigliarsi per lo strappo finale. Da vicino si combatte con il timore del rientro, ma la cima chiama e un passo dopo l'altro la si raggiunge e...
Viene voglia di continuare, vero? Di non fermarsi...
Tra le titubanze di molti, anche del gruppone che avevamo rimontato, inizia la discesa. Chi ha pensato, con preoccupazione, al rientro forse si è goduto un pò meno la cima: dopo i primi, timidi passi, la discesa risulta semplice e sicura con i ramponcini a fare il loro dovere. Ci fosse stato ghiaccio vero l'inquietudine sarebbe stata giustificata, ma il sole e le temperature poco invernali avevano ammollato la neve e si è giunti sul pianoro, dove c'era da anni la casotta con legnaia, senza particolari affanni.
Si rientra, dopo una pausa al rifugio.
L'escursione è andata benissimo, tutti hanno percorso la cresta e raggiunto la cima... alcuni senza troppo affanno, altri con qualche difficoltà... ma che importa: tutti hanno vissuto una splendida giornata all'aria aperta, nell'azzurro di questo mondo meraviglioso.
PS - L'entusiasmo a volte distrae.
Nel ritorno ho mancato il sentiero nel bosco percorso all'andata e quindi siamo tornati dalla carrareccia... dalla lunga carrareccia (ricordate: alla partenza l'avevamo abbandonata quasi subito per dirigerci nel bosco).
Pazienza, come dico sempre i segnali sono un premio e non vedendolo questa volta il premio non l'ho potuto ritirare.
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