Foto Bivacco Festa

Perchè?
Dopo anni di escursioni, sono ancora qui a chiedermelo e non ho ancora trovato una risposta. Dovrò fare altre escursioni? Non credo, è una domanda a cui non è possibile rispondere...
Ma andiamo per ordine.
11 + 1 non fa 12, non nelle mie escursioni almeno: 11 amici umani e 1 nuovo amico a quattro zampe, Asslan.
Val Paghera, gruppo dell'Adamello.
Montagne di Lombardia.
Non sono mai facili le montagne lombarde quando si sale di quota, per molti versi ricordano le montagne piemontesi che s'innalzano rapide per raggiungere il cielo: le montagne lombarde hanno le "scale"... tremende le Scale di Miller o le Scale dell'Adamè, sentieri ripidi che fuggono avanti, chiudono il panorama davanti a te. Quando giungi al pianoro sai tutto dei tuoi scarponi, per molto tempo l'unica cosa che hai visto salendo!
Dal parcheggio la locandina ricorda che il week end successivo il sentiero sarebbe stato chiuso per l'Aviolo Race, una delle tante corse in montagna... questa solo in salita: ho pescato il jolly, perchè non lo sapevo.







Il lago d'Avolo merita sicuramente la fatica e la sosta wow non è per le foto, ma per riprendere fiato dopo la salita... già dimenticata: un gioiello luccicante verde smeraldo, la luce che scivola indisturbata attraverso l'acqua limpida fin sul fondo, le ombre che s'immergono anch'esse troppo pesanti per rimanere in superficie... un gioiello di valore inestimabile.


La bellezza però non finisce tra le smeraldine onde quiete dell'Aviolo, ma continua oltre esso, in una tundra bionda contornata dalle montagne: alte, ombrose, grigie nella luce che s'alterna tra le nuvole minacciose, ancora screziate di depositi nevosi ormai prossimi a riabbracciare la nuova neve che non sembra lontana quando la luce s'affievolisce e il vento si ripresenta.







Il Passo Gallinera è una porta su una lama di roccia, una gigantesca onda pietrificata che ha prosciugato le valli circostanti, innalzandosi a dividere i pascoli di Vezza d'Oglio dalla stretta valle dove Edolo divide, crocevia tra la via verso la Valtellina e la salita verso il Passo del Tonale. Il bivacco, semaforo giallo che induce attenzione è posato su tutto lo spazio disponibile, ancorato per non essere spazzato via a valle... una delle disponibili.






Il tempo è clemente, proietta ombre gigantesche sulle quinte dei monti e giganti pietrificati osservano il gioiello nella valle: siamo saliti su un'ulteriore cresta affilata per osservarlo anche noi, laggiù.
I giganti non amano farsi vedere, si mimetizzano come camaleonti tra le pietre, ma io che amo le pietre ben più dei boschi, spesso riesco a individuarli: contemplano, non perché sono pietrificati, ma per non farsi individuare. 
Custodiscono le nostre montagne.












Il ritorno, sulla pietraia, è divertente e senza sforzo si è lì, all'ingresso del vialetto che porta al rifugio Aviolo: se fosse di marzapane...

Perchè dicevo all'inizio.
La discesa, la faticosa discesa verso valle, è davvero impegnativa. La salita, nell'entusiasmo della prima mattina, è un ricordo confuso: brandelli di sentiero ritornano alla memoria (quel passaggio tra le rocce, la scalinata sotto la parete incombente, quel traverso dove hai scattato la foto, il sentiero tra le radici degli abeti e sei già arrivato), ma tra essi? Nulla, solo fatica, muscoli che s'induriscono, innumerevoli piegamenti sulle gambe e l'arrivo sempre più lontano.
Ma davvero abbiamo fatto tutto ciò?
Alternative non ce ne sono, la direzione è l'unica che si può prendere ed è fatta di fatica.
Il lago d'Aviolo merita davvero tutto questo, la prateria dietro essa anche e il Bivacco Festa... che meraviglia... ma perchè avventurarsi in scarpe da ginnastica lisce? Perchè avventurarsi a quell'età (un'anziano, appoggiato alla roccia, tra un respiro e un sorriso ci chiede "E' vicino il rifugio, vero?" quando è quasi giunto a metà percorso)? Perchè per un'escursione così hai preso dall'armadio la borsetta e la giacca di panno? Di panno, capisci???
La montagna è e deve essere di tutti, di tutti quelli che ce la fanno a salirla in sicurezza e a percorrerla con rispetto, ovviamente... ma un minimo di programmazione è necessaria... almeno per sapere dove e cosa si andrà a fare.

Il mio perchè rimarrà insoluto, il Bivacco Festa tra breve tornerà nel silenzio delle montagne di Lombardia, così diverse e uniche.
I Giganti di Pietra potranno osservare il loro mondo indisturbati.

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