Foto Alta Via Günther Messner

Grandiosa escursione circolare attorno alle Odle di Eores, al cospetto delle sorelle maggiori di Funes. Questo gruppo però è possibile circumnavigarlo con L'Alta Via Günther Messner, parzialmente attrezzata e lunga... molto molto lunga, con panorami talmente belli che si accetta tutto, anche i continui cambi di quota, le forcelle non forcelle, le direzioni incomprensibili e la fatica sotto un cielo così limpido da sentirselo addosso.
I riflessi della dolomia più pura? Un particolare che solo in auto, nell'unica ombra della giornata, si è potuto vedere stampato sulla pelle.
Partiti dal misterioso Russiskreuz, sconosciuto a quell'ignorante del mio navigatore, ci si trova sullo spigolo del gruppo: c'è un solo itinerario possibile, il GM senza equivoci. L'aria è fresca, il bosco in ripida salita annulla ben presto quella gradevole temperatura e ben presto arriviamo al primo tratto attrezzato. Onestamente indossiamo l'attrezzatura fin troppo presto, il primo settore è semplice ma non avendo mai percorso questa via non rischiamo.
Siamo gli unici a fare questa scelta, tutti quelli che ci supereranno nella giornata non l'avranno, ma la sicurezza innanzitutto... per noi e per quelli che si verranno a trovare dietro in parete.







Le Odle di Funes


Escursionisti senza attrezzatura





Questo tratto è stato il primo segmento "pesante": sarà stato il sole (notate le nuvole?), la salita costante, la voglia non ancora soddisfatta di roccia, qui le gambe mi sono sembrate pesanti. 
Lasciato l'avvallamento e messo i piedi sulla ghiaia... è stato un continuo susseguirsi di emozioni, di nuove scoperte... il vero contatto con queste montagne.




Cima Tullen 2654 m 
L'abbiamo ignorata, la salita sarebbe stata semplice in effetti, ma siamo rimasti sul percorso dell'Alta Via.





Roccia, tanta tanta roccia da percorrere, da afferrare, da scavalcare attorniati dalla verde Val di Funes e dai Monti Pallidi che nel tenue grigiore si stagliano sotto gli sfasciumi di candida ghiaia... le Dolomiti, uniche al mondo.






Foto di gruppo alla forcella de Putia

Non è vero, non era la forcella de Putia, ma lo stomaco e le gambe avevano bisogno di sosta e quella, di tutte le precedenti, sembrava proprio quella giusta. Certo, non c'erano indicazioni, era la prima forcella che raggiungevamo di fianco e non di fronte, i percorsi che si dipartivano da lì non risultavano sulla cartina... ma perchè fare i precisini??? Sosta, svestizione dell'attrezzatura, cibo e foto: ci meritavamo tutto quanto!
E poi non era un bel posto per fare la sosta???



La vera forcella de Putia e la via del ritorno: 2h









Non sono state 2h, ad un certo punto la strada, con il parcheggio dell'arrivo lì sotto con le auto così vicine da poter leggere le targhe (sì, perchè l'anello non termina al parcheggio da cui si parte ma ad un'altro poco distante) il sentiero che fa? Gira e sale... sale... si perde nei pianori, torna a sfiorare gli impluvi, discende vertiginosamente nella bassa boscaglia, sembra non avere logica allontanandosi da quel parcheggio... sigh sigh sigh... la strada intravista tra le fronde.
La stanchezza rende esigenti, ma tutto si compie e l'escursione termina dove doveva terminare... quel parcheggio visto dall'alto un clone per un differente accesso alla GM.
Grandiosa escursione e grandiosa giornata e, senza peccare di modestia, ce la siamo proprio meritata!


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