Foto rifugio Menaggio

Prima uscita dell'anno, prime emozioni... alcune ritrovate.
Il viaggio per Breglia, frazione del comune di Plesio sulle pendici dei Monti Lariani dietro Menaggio, scorre senza intoppi... solo qualche decisione confusionaria circa se seguire il navigatore o improvvisare (scelta il più delle volte errata quella di improvvisare se non si è indigeni), il traffico sembra ancora là da formarsi, l'orario della partenza, le 6:00, quasi a notte fonda.
Anche il giorno stenta a formarsi e dipinge un'alba lunga... continua... sottolineata da un coperchio di nuvole che sappiamo innoque, anche se fitte.
Il lago di Como è una tavola d'acqua quieta che riflette il soffitto, fermo nell'assenza di vento... un'istante congelato che la fotografia non può rendere più statico di quanto visto.



Per buona parte una strada asfaltata rozzamente sale a metà percorso, fino alla località Monti di Breglia, dove un piccolo parcheggio sterrato accoglie le auto di chi ha ambizioni differenti dalle nostre, di chi vuol salire il Monte Bregagno o il Monte Grona... una montagna mai dimenticata.
Saliamo lungo il sentiero che s'infila nel bosco autunnale, le foglie sono ben asciutte: niente neve, niente ciaspole o ramponi... escursione invernale come promesso.




Saliamo con calma, seppur partiti più in basso rispetto a quanto previsto abbiamo molto... molto tempo disponibile.
Il tempo... il tempo è sempre bloccato sull'alba che a fatica vuol sollevare la coltre di nuvole che via via diventano meno definite, spariscono ombre e contorni... l'azzurro dell'acqua lariana le dipinge del suo piacevole colore.
Lentamente, la nostra escursione e il giorno, scorrono senza alcuna fretta... maturando.


Dopo una breve sosta, i gestori intenti a pranzare, saliamo verso il Monte Grona: obiettivo una forcella da cui poter spaziare lontano... addirittura oltre confine.
Il ricordo della Ferrata Centenario CAO è ancora ben saldo nella memoria, la ferrata che sale in cima al monte. 
Percorsa anni fa, l'avevamo più o meno tutti sottovalutata e lei ci ha messo a dura prova: verticale, cavo d'acciaio sottile e lasco, catena ancor più lasca... c'eravamo dimenticati che non eravamo in Dolomiti, ma in Lombardia e io, più di tutti, avevo fatto fatica ad adattarmi.
Giunti all'attacco avevo contemplato la partenza, un ricordo che non trovavo e qindi ero voluto andarci per cercar di farlo risorgere.
Niente, ricordavo solo le pareti verticali e la fatica.
Mentre contemplavo il lago di Como e il lago di Lugano separati dalla catena dei Monti Lariani, l'occhio correva alle pendici del monte alla ricerca della catena.
Visti due intrepidi intenti a risalirla il desiderio di ripercorrerla è comparso: chissà... un domani si potrebbe rifarla.






L'escursione, volta al termine, ci riporta sui nostri passi: non era previsto alcun anello... le info del rifugista poco attendibili (neve e ghiaccio oltre il rifugio: ma quando mai!), per cui, rasserenati dalla fatica che in salita per alcuni sembrava insuperabile, ridiscendiamo.
Unica sosta per la foto di gruppo.






Il tempo si sblocca, corre, il giorno nasce come d'improvviso e il lago di Como è una perla serpeggiante tra monti amici.




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