Foto escursione Sentiero del Ventrar
Finale di stagione escursionistica tra i contrafforti del Monte Baldo, incuneandosi in quello che viene considerato, di sicuro, il più bel itinerario dell'alto Garda: il Sentiero del Ventrar.
Arrivarci non è semplice, perchè la bella strada che sale alla Bocca di Navene non ha fretta di farti arrivare e sembra essere stata disegnata dalla locale Azienda di Soggiorno al solo scopo di far apprezzare le bellezze circostanti.
Alla fin fine è un piacere anche solo arrivarci, ancor di più in moto o in bici... ma non è la nostra vocazione.
La giornata s'era aperta al grigiore, le pale eoliche posizionate vicino ad Affi e rivolte verso il lontano Brennero giravano quiete, indecise quasi a smuovere la caligine, il tempo come rallentato, le montagne vicine il solo orizzonte visibile.
Man mano che le lancette dell'orologio giravano e i chilometri si sommavano il cielo diventava via via più limpido, il cielo si stratificava e si "stirava" lasciando sempre più spazio all'azzurro lontano.
L'autunno, dalla precedente escursione, aveva compiuto un balzo in avanti: i caldi ocra, i rossicci scricchiolanti, gli orgogliosi verdi smeraldo e i gialli arcigni avvinghiati alle rocce dominavano mischiati e, in alcuni casi, pronti a mutar di colore e intensità. Come la primavera è un'esplosione di colori, l'autunno è un veloce mutar di colori che, nel sole, risplendono come se fosse per loro l'ultimo giorno dell'anno.
Come avevamo letto il Sentiero del Ventrar, giudicato forse eccessivamente EE (Escursionisti Esperti), è un piccola cengia che taglia le cime del Ventrar seguendone la bastionata. Purtroppo gli scorci sul lago di Garda per i quali è giustamente famoso erano completamente nascosti dalla foschia: peccato davvero, ma questo non ci ha impedito di trovare affascinante e divertente la cengia.
La ventosa giornata ci ha anche regalato lo spettacolo ravvicinato dei parapendiisti, intrepidi sportivi che si lanciavano dal pronunciato prato inclinato per andar a cavalcare il vuoto... sorretti dalle colorate vele. Davvero affascinante stare a osservarli così da vicino, vedere con quanta sicurezza si facevano strappar via dalla sicurezza data dal terreno per affidare la loro incolumità a quello che, per noi, è l'imprevedibile vento... quell'incognita che sa modificare il corso di un'escursione, aiutare o ostacolare, congelarti in una giornata estiva o riscaldarti con la sua assenza in una giornata assolata. E' una presenza insinuante e inconsistente eppure... fino a che non si manifesta prepotentemente sembra non esistere: di lui, gli sportivi osservati da vicino sapevano coglierne lo spessore e la vela colorata ne riusciva a catturare la consistenza.
Abbiamo volato con loro, con loro abbiamo condiviso in modo diverso quella giornata ottombrina trascorsa all'aria aperta.
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