Foto escursione Val Malga
Giornata torrida e strana quella trascorsa in Val Malga.
Dopo la sosta al rifugio Val Malga, dove nell'ombra dell'estesa pineta attraversata sentivamo il bisogno di una felpina, già all'inizio della salita stavamo rimpiangendo di non essere andati in montagna visto il gran caldo... ah, già: eravamo in montagna!
Troppo caldo, davvero troppo caldo per riuscire a staccare dal ricordo della settimana trascorsa in pianura a immaginare la frescura che avremmo provato nell'escursione del sabato.
Fortunatamente usciti dalla fascia boschiva la temperatura cambiava, complice una brezza davvero benaccetta che apriva il cuore, quanto lo sguardo sull'ampia conca glaciale al momento chiusa dallo spallone roccioso su cui s'adagiava il lago del Baitone 2218 m.
Incontro davvero fortunato quello dello stambecco acrobata, anche se troppo breve: la sorpresa e l'inevitabile chiasso fatto l'hanno disturbato e, senza voltarsi... dimostrando una chiaro disprezzo per le nostre apparecchiature fotografiche... s'è allontanato lentamente, ma con decisione.
Dalla diga del lago Baitone, sotto l'imponente mole del monte omonimo, abbiamo raggiunto il rifugio Tonolini 2450 m: la bolla di caldo soffocante era stata dimenticata e l'ambiente aspro, tipico del gruppo dell'Adamello, ci aveva infuso nuove energie: volevamo pranzare in quota, nel punto più alto previsto dall'escursione.
Il punto di vista dal rifugio è davvero arioso: la conca glaciale, grigia e con lingue di neve inserite nelle spaccature, sovrasta un quieto laghetto, turchese come il sottostante lago artificiale. Nella luce del sole, entro cui vagavano quiete le nuvole, i colori cangiavano accendendosi e sbiadendosi in continuazione, una danza cromatica che sollevava lo spirito o faceva temere un repentino peggioramento atmosferico... pensiero che le previsioni meteo avevano instillato.
Decidiamo di scendere dopo una breve pausa per raggiungere nuovamente il lago del Baitone e l'omonimo rifugio, evitando di attendere l'apertura della cucina del rifugio Tonolini: da quel momento in poi le nostre scelte sono state pesantemente condizionate dal mutamento del tempo.
Lasciato il lago ci dirigiamo verso il Passo del Gatto, un'avvallamento più che un vero passo... francamente la curiosa roccia che assomiglia al felino casalingo da cui il nome del passaggio io non l'ho notata... e, aggirate le pendici meridionali del Corno del Lago, sbuchiamo alla testata della Val Malga e vediamo da lontano il piccolo lago, anch'esso artificializzato, sulle cui sponde sorge il rifugio Gnutti 2166 m, meta di sosta prima della discesa per le famigerate Scale di Miller.
Non abbiamo fatto sosta, solo una breve pausa... giusto il tempo di cambiarsi la maglietta e ripartire a passo sostenuto per cercar di arrivare, almeno, giù nella piana prima che il cielo scaricasse su di noi la pioggia promessa: dietro le quinte delle montagne tuoni alle volte indolenti altre volte più marcati, non ci permettevano di rallentare sulle insidiose Scale... un'erta via che percorre bruscamente un'intaglio, la via più breve per superare il dislivello dello spalto roccioso.
Alla fine non è piovuto.
Le uniche goccioline che ho veduto cadere sui gradini erano di sudore: il vento che ci aveva sospinti e allietati era sparito, risucchiato dal vicino maltempo e proprio la sua assenza, quella famosa pausa prima della tempesta, aveva messo energia alle mie gambe, costringendo tutti a una discesa senza pause. Peccato, perché c'erano scorci interessanti... l'ambiente austero, reso ancor più severo dalla luce non più brillante, meritava attenzioni.
Sospinti come siamo stati ho dimenticato la rituale foto di gruppo, posticipandola fino al momento di rientrare a casa: ci rifaremo, vero???
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