Foto weekend Val Masino

Benvenuti nel tempio del granito lombardo!
Essì, l'escursione in questa valle è per ammirare le vertiginose pareti di granito in attesa dei numerosi scalatori che fin qui salgono.
La valle ha un'altra diramazione prima di inerpicarsi nel fondovalle, dove la Foresta del Masino racchiude le Terme: la Val di Mello, altro gioiello dell'arrampicata.
Le Terme, ai Bagni del Masino, purtroppo, sono chiuse da anni e tutta la zona è via via decaduta nonostante sia molto frequentata: il ristoro, che ricordavo dalla mia precedente venuta... prima dell'emergenza sanitaria... l'ho trovato chiuso: solo il parcheggio a pagamento non è sparito.
Venire in Val Masino è un'esperienza intensa e i percorsi diventano sempre più esaltanti e impegnativi nel momento che spingi lo sguardo appena più in là, oltre la destinazione. Se ti allontani troppo i tempi e i dislivelli si dilatano velocemente e i percorsi, saliti i primi cinque/seicento metri, diventano severi ma al cospetto di un grandioso panorama.
Inizialmente l'itinerario, che comprendeva anche la Val di Mello, era spalmato su tre giorni... utilizzando un mezzo pubblico per raggiungere i Bagni, ma il maltempo previsto in terza giornata mi ha costretto a rivedere l'itinerario. A ben pensarci... dopo aver rivisto il parcheggio e le numerose auto non so dove sarebbe potuto transitare il pullman per ritornarsene giù...

Arrivati quindi a Bagni di Masino ci siamo inoltrati nella foresta: ben presto ho riconosciuto il tracciato fatto la volta precedente.
Terminato il primo, boscoso, salto di roccia l'anfiteatro del granito s'è svelato ai nostri occhi.



Meraviglioso!


Una cosa che non ricordavo era che il rifugio Gianetti, la nostra meta, aveva una caratteristica in comune con un famoso rifugio, il Carè Alto: quello di essere sfuggente.
Strizzando bene gli occhi, seguendo la linea del visibile pianoro, si poteva scorgere la bassa sagoma del rifugio: bisognava solo raggiungere e risalire lo spalto roccioso che si frapponeva tra noi e lui... poi risalire il successivo... poi quello dopo... intanto la casetta nell'alpeggio diventava velocemente piccina piccina... poi un ultimo strappo prima di fare, forse, l'ultimo.







Mi piace osservare la roccia, scorgervi le forme nascoste, spesso giganti in osservazione. Qui sopra ho trovato un lavoro incompiuto da un vasaio e sotto due animali, credo, preistorici intenti a lottare.










Le prime luci del mattino non colpiscono il rifugio Gianetti, per cui iniziamo a passo sostenuto la via del ritorno in direzione Passo del Barbacan e rifugio Omio, il rifugio più facilmente raggiungibile dai Bagni.
Dopo essere discesi la risalita è facilitata dal posizionamento di alcune catene lasche: non sapendo valutarne a priori la difficoltà noi siamo attrezzati... sempre meglio non rischiare.










Il passo è davvero esiguo e la discesa vertiginosa quanto la salita: qui tutto è impegnativo, sentieri semplici solo quando si ritorna nella Foresta.



Rifugio Omio







Dall'Omio ai Bagni le indicazioni sono molto ottimistiche, se si conosce il dislivello da compiere, e arriviamo al parcheggio un pò provati. Forse ci siamo fatti trascinare dall'atmosfera molto particolare che si respira al Gianetti: voglia di fare, di superarsi, di mettersi alla prova.
Il rifugio Gianetti non è un vero rifugio, è più un campo base e un club di rocciatori e climber: molti si conoscono già, molti conoscono da anni il gestore e la sua famiglia, altri sono davvero di casa o guide che ritornano con clienti. Al nostro arrivo c'erano già molti ragazzi, i mazzi di corde annodate per terra, le scarpette e l'attrezzatura vicino e quei loro sguardi accesi e soddisfatti che s'intersecavano nei discorsi tra loro o puntati sulle pareti salite. Il Gianetti era un tappa, per loro c'era solo il granito da salire, da sfidare magari, da confrontare con altri. E' un'atmosfera che elettrizza, che ti fa guardare il tuo itinerario con l'idea di poter anche far di più ma la valle, le distanze e i dislivelli ti obbligano a far scelte che bisogna mantenere dalla partenza: non c'è spazio per "un pò di più", ma solo per "parecchio di più".
Sì, il Gianetti è più un campo base e l'esperienza mi è davvero piaciuta... davvero elettrizzante.

Commenti

Post popolari in questo blog

PROGRAMMA ESCURSIONISTICO 2019

PROGRAMMA ESCURSIONI 2018

Programma Escursionistico 2017