Foto escursione Monte Cadria

Montagna super panoramica il Monte Cadria, montagna che domina, anche se da lontano, la parte terminale del Lago di Ledro... terminale a seconda da dove lo si guarda.
Per me il Lago di Ledro fa parte dei dintorni del Garda trentino e quindi bisogna percorrere la Gardesana Occidentale fino a Riva del Garda e poi dirigersi verso Ledro: per me è sempre stato così.
Anche le relazioni che leggevo in rete parlavano, come base di partenza, l'entroterra di Pieve di Ledro... infatti, dirigendomi dall'altro versante, chi mi seguiva ha fatto impazzire il suo navigatore visto che non giravo mai dove gli veniva detto.
Versante Valle del Chiese, salita da Pieve di Bono sù fino alla frazione/abitato di Deserta (molto ben augurante per le nostre escursioni esclusive).

Escursioni in tre Atti, più Epilogo.

Primo Atto.
Partiti presto, ultimo sabato di luglio meglio anticipare il traffico.
Fa freschetto, non c'è aria ma i gradi sono in doppia cifra per poco: compaiono le felpe o gli antivento, la strada, per fortuna, è asfaltata per un ampio tratto, poi diventa sterrata fino a che, causa una frana, diventa sentiero che risale con decisione un bel fianco montano.
Si cammina svelti quindi, si chiacchiera con facilità e si guarda avanti alla ricerca del sole che accende di azzurro il cielo sopra di noi... ma non ancora noi.
Fine Primo Atto.




Secondo Atto.
Ci si sgrana un pò lungo i tornanti impervi, ma si rimane uniti come pioli della stessa scala: ad altezze differenti ma tutti lì, uno sull'altro.
Ha piovuto nei giorni precedenti e il terreno non s'è ancora asciugato... nonostante l'arsura di quest'estate interminabile.
Il sentiero taglia un fianco monto scosceso, la vegetazione risorge e ne nasconde quasi la traccia... i fiori alti, violetti, sono uno spettacolo umido a cui non possiamo sottrarci: sotto di noi il sentiero ha un pò ceduto, la bellezza nasconde insidie che mi preoccupano non poco: continuo a invitare alla prudenza e a far attenzione a dove si mettono i piedi sulle pietre umide e a non distrarsi. Mi sembra di attraversare un prato di funghi giganti con il cappello rosso con i puntini bianchi: la bellezza maligna.
Ci bagnamo non poco i calzoni strusciando tra l'erba alta che vuol riprendere possesso del sentiero.
Con un'ultima impennata, con il sole che illumina la fine del crinale,
il sentiero termina alle Pozze di Cadria.
Fine Secondo Atto.





Terzo Atto.
Dalle Pozze di Cadria cambia tutto: l'orizzonte si apre e crescono le montagne e la storia che esse racchiudono. In questo piccolo altopiano dominato dal Monte Cadria ritroviamo tutti gli ingredienti alpini: la malga, l'alpeggio, i valichi, le rocce e i crinali. 
Dall'alpeggio in poi l'orizzonte si apre sempre più, i sentieri, ben visibili, percorrono i fianchi dei rilievi portandosi via lo sguardo mentre la croce di vetta ci indica la via.
Incontriamo un viandante solitario che ci chiede qualche informazione, noi ne chiediamo altre a lui: è un breve dialogo, quasi un mostrare il proprio programma per cortesia, ognuno saldamente ancorato al proprio. Lui scenderà verso Lenzumo e il Lago di Ledro, noi saliremo dalla carrareccia principale fin sotto la cuspide finale attrezzata.









Eccolo là il Lago di Ledro, finalmente, quasi in cima ormai, compare e diventa subito una star.






La cresta che percorreremo al rientro, fino alla Malga Cadria là nel fondovalle



Gruppo!!!


La vista è entusiasmante, le nuvole un pò impensieriscono e un pò abbelliscono l'intenso azzurro del cielo. Sembra che abbiamo scelto il lato migliore della giornata: laggiù le nuvole ci sembrano più intense e scure, noi in maglietta ci godiamo il sole non più feroce.
Per scendere percorriamo la Via delle Creste, il sentiero per esperti non ci spaventa: visivamente sembra migliore di alcuni tratti percorsi in salita e poi percorrere la cresta è sempre entusiasmante. I rilievi satelliti del Monte Cadria sono come gradini che discendono a valle senza troppa fretta, il sentiero li aggira serpeggiando tra essi: è il tratto storico dell'escursione, incrociamo e vediamo grotte militari, trincee riconquistate dalla natura e posti d'osservazione.














L'Occhio del Cadria si vela di nuvole e si puntina di cerchi di pioggia: è poca cosa, per fortuna.
Abbiamo ancora il tratto fiorito da percorrere... speriamo di trovarlo più asciutto!
Fine Terzo Atto.


Epilogo.
I fiori, l'alpeggio, il Cadria e le creste sono un ricordo indelebile.
Già tra l'alpeggio e le Pozze di Cadria qualche dubbio serpeggia nel gruppo circa la giusta direzione da prendere, ma il tragitto è di poca durata e ben presto i fiori riaccendono il ricordo.
Dopo i fiori il sentiero che a tornanti discende si colloca molto lontano nei ricordi di qualcuno, il sentiero diventa sterrata e la sterrata termina alla sbarra metallica, ancora aperta, vicino a Malga Ringia e al crocifisso, posto su un cippo di granito,  costruito utilizzando i resti metallici delle battaglie combattute nella zona durante il primo conflitto mondiale: siamo fuori strada?
Qualcuno nutre dei dubbi... dubbi che continuano circa la lunghezza della strada asfaltata percorsa all'andata... addirittura sui vari manufatti ai lati della stessa... al traliccio metallico che svetta bianco rosso sorreggendo, credo, un'antenna telefonica...

Dal parcheggio di Deserta allo splendido alpeggio sotto il Monte Cadria, con tutto quello che ci ha regalato di emozioni e panorami... è stato solo un battere di ciglia.


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