Foto escursione Monte Zebio
Brrrrrrrrrrrrrrrrrrrr che freddo!
In effetti doveva essere così: cielo sereno con velature: il cielo, ma solo qui, è sotto i vostri occhi... così come le lievi e impalpabili velature che ci hanno regalato una giornata invernale davvero difficile da dimenticare.
Norme anti assembramento rispettate: incontrare due persone ogni ora, direi che anche in questo ambito siamo stati fortunati.
Brrrrrrrr, dicevo... ho ridotto le r come si nota: freddo sì, ventoso anche, neve dura che ha retto bene nonostante sia caduta da diverso tempo. Qui è così: l'Altopiano di Asiago, così aperto e non ad altissima quota, gode di un clima rigido, freddo e persistente anche nelle giornate assolate.
... e chissà come doveva essere, il Generale Inverno, ai tempi della Grande Guerra, quando i tessuti tecnici che avevamo indosso non esistevano, quando le forniture ai militari andavano ad arricchire scaltri e disonesti faccendieri e non a proteggere i nostri soldati.
Non ci sono più le stagioni di una volta, recitiamo spesso come un mantra tra il nostalgico e il soddisfatto: brrr, per fortuna nostra.
La partenza non è stata delle migliori, seppur poi la cartellonistica era davvero esauriente ed esaustiva... noi esausti poi alla fine.
Dopo l'ubriacatura dell'inutile statale e la comica sosta in un bar con grande parcheggio (di cui parleremo nelle future escursioni ogni volta che scamperemo il pericolo di ritrovare un bizzarro e irritato gestore), arrivati ad Asiago e seguita la strada fino alla Croce di San Antonio... alla prima croce con parcheggio che desse l'idea di essere arrivati... freccia e stop. Peccato che non era proprio quella... un pò di dislivello in più, ma la partenza sul crinale che guardava la conca di Asiago uno spettacolo che non potevamo perdere.
Dopo aver attraversato lo splendido bosco, si entra nel vivo delle testimonianze della Grande Guerra: il sentiero "Vittorio Corà" percorre, con andatura lenta e mai faticosa, i luoghi simbolo del conflitto... di ambo le parti, indistintamente.
La curiosità ci fa turisti, il silenzio di quel giorno e la pace che una giornata di svago al sole sa regalare ci fa fermare attoniti davanti alle trincee ancora piene di neve e al plotone ordinato dei caduti.
Eccoci!
Ma i ramponcini dovevamo metterli?
In effetti avremmo anche potuto, ma la neve era calpestabile e la voglia di camminare e di respirare aria pura era pura benzina nelle nostre gambe... e poi il vento era in alcuni momenti quasi feroce.
Per fortuna, ad un'orario decente, abbiamo trovato un bel luogo riparato e, osservando monti lontani a cui abbiamo osato dare nomi famosi, abbiamo consumato il nostro pranzo... già sazi della giornata di pace e di silenzio.
Rigenerante.
... che voglia di pronunciare la battuta di Ghostbuster!
Dalla Malga Zebio, sotto l'omonimo monte e Museo all'aperto, il percorso era breve... se la partenza fosse stata corretta... ma comunque la giornata, anche con quell'imprevisto dislivello, è stata piena e davvero unica.
Una volta scrissi:
La memoria è una marea stanca
Ritraendosi dimentica cadaveri
Vuoti ricordi entro cui
La disperata ricerca del passato
Riecheggia inutilmente
La memoria di quei giorni drammatici, purtroppo, riecheggia davvero inutilmente per molti mai sazi di prevaricare e conquistare: un solo cielo ci unisce, dovrebbe bastare.
Esausti alla fine, ma davvero rigenerati.. Bello, bello, bellissimo...con 3b 😉
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