Foto escursione Dosso d'Aquilio

Escursione assolata in Lessinia, destinazione la cima più a sud... quella più vicina alla pianura da dove partiamo tardi, per i nostri standard storici: ore 7:00 pronti per la partenza, il numero dei partecipanti decisamente più cospicuo.
Merito dell'orario?
Merito della destinazione facile?
Merito della giornata ottobrina che si preannuncia insolitamente tiepida e assolata?
Un po di tutto forse.


La strada, inizialmente asfaltata, entra nel bosco... un bel bosco autunnale acceso di colori caldi che si spengono sullo spesso fogliame asciutto, che non ha ancora assorbito le piogge che si sono scaricate, anche impetuosamente, nei giorni precedenti: questo altopiano, tra montagne e pianura, è stato come graziato e si presenta nella sua veste migliore.


In breve... già: quanto in breve?
Il dislivello non è molto, ma ritrovarsi dopo le ultime intense uscite con chi, per vari motivi, non aveva partecipato, li fa bruciare, sbriciolare in una leggera polvere che il vento, il tiepido vento, sposta lontano.
Sbuchiamo nell'ampio altopiano, davanti a noi gli alberi mostrano una propria identità colorandosi di tinte diverse, una popolazione arborea che solo in autunno si mostra... per pochi.





Caratteristica di questa montagna alle porta della pianura venera è il carsismo, un carsismo quasi invisibile che ha il suo più grande esempio nella Grotta del Ciabattino, a cui si accede attraverso uno stretto sentiero invaso da alte erbe ancora verdeggianti. La grotta, ampia nell'atrio, si divide in alcuni tronconi che vanno via via stringendosi e abbassandosi, mentre le pareti sono percorse da righe orizzontali, vestigia di erosioni antiche.


La salita alla cima del Dosso d'Aquilio è una passeggiata serena, senza sforzo e gravida di pacatezza. Tutta la Lessinia è così, una terra dolce, dal clima mite... votata all'escursionismo leggero o a lunghi percorsi in MTB sempre con lo sguardo che spazia lontano. 








Dopo una sosta rigenerante... ci troviamo così tanto rigenerati da moltiplicarci!






Che dire... se fosse stata di schiena, il muso rivolto all'indietro a fissare chi aveva avuto l'ardire di disturbarla... sarebbe stata una foto che  valeva la copertina di un vinile... magari dei Pink Floyd!






La breve salita ci porta ad affrontare l'itinerario di ritorno, l'anello programmato, con leggerezza... un pò sottovalutandolo.
Arrivati al passo delle Fittanze, da cui abbiamo potuto contemplare l'incomprensibile forma di un ripetitore (chissà di cosa) dalla strana forma avveniristica che stona con la dolcezza del paesaggio, iniziamo la discesa: giunti al confine dell'altopiano su cui s'innalza il Dosso, scendiamo lungo il suo contrafforte roccioso simile a una scogliera che cade in mare.




Lungo la discesa possiamo vedere gli interessanti fenomeni carsici che caratterizzano questi monti emersi dal mare e percorsi da fratture orizzontali scavate da un'antichissima erosione.
Assieme a questi traccie incontriamo cavità verticali e grotte naturali utilizzate durante il Primo Conflitto: sotto di noi, nell'ampia Valle dell'Adige, nulla di ciò che accade sfuggiva ai militari di stanza quassù. 














Di certo, dopo aver percorso questo sentiero, quando transiteremo lungo l'autostrada del Brennero osserveremo queste montagne, questa parete, non più con lo stesso sguardo: anche qui abbiamo trovato da scoprire, anche qui siamo riusciti a stupirci e a divertirci.








Commenti

Post popolari in questo blog

PROGRAMMA ESCURSIONISTICO 2019

PROGRAMMA ESCURSIONI 2018

Programma Escursionistico 2017